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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2010 alle ore 16:37.
«La cortina fumogena alzata in queste ore serve a coprire una manovra che per le Regioni e gli enti locali è insostenibile e che finirebbe per penalizzare i cittadini». A dirlo il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani. «La manovra varata – attacca Errani – rischia di tagliare le gambe al federalismo fiscale, è squilibrata perché pesa per l'80% su regioni ed enti locali e finirà per ricadere su servizi pubblici essenziali per i cittadini». Per questo Regioni ed enti locali hanno chiesto un incontro urgente al premier, «al quale torno a sottolineare che cambiare la manovra è per le Regioni e gli enti locali una necessità».
Errani ha sottolineato che la Conferenza delle Regioni è impegnata in modo unitario per tenere «il confronto su un binario istituzionale, nonostante sia in atto un tentativo di delegittimazione delle autonomie e delle Regioni. Non si affronta, ad esempio, il gap che ancora oggi separa il Mezzogiorno dal resto del Paese con accuse ingenerose e superficiali alle amministrazioni del Sud». Ha detto Errani riferendosi alla polemica suscitata dalle affermazioni del ministro dell'Economia Giulio Tremonti che aveva attaccato la "cialtroneria" di chi protesta solamente, di chi, al Sud, non fa gli interessi dei cittadini e non spende i fondi messi a disposizione dall'Ue.
«Respingiamo al mittente gli attacchi strumentali e continuiamo a ricercare - ha concluso Errani - il dialogo, pronti ad assumerci in modo equo e proporzionale le nostre responsabilità nell'azione per il controllo della spesa pubblica. Ma dobbiamo reagire per senso delle istituzioni alla campagna di delegittimazione in corso che costituisce nei fatti un grave danno per la Repubblica».
Per Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro della segreteria Pd, «giorno dopo giorno diventano sempre più evidenti le iniquità e i pesanti contraccolpi della manovra. Gli errori non riguardano solo i tagli ciechi e gravi a funzioni e servizi sociali fondamentali. Gli errori sono pesanti anche nei rapporti con i contribuenti. Dopo aver favorito l'evasione, nella manovra si tenta una goffa retromarcia, poco efficace contro i furbi, ma pesantissima contro la generalità dei contribuenti, in particolare "i piccoli", lavoratori autonomi e micro-imprese».