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Questo articolo è stato pubblicato il 04 luglio 2010 alle ore 16:26.
La Bce auspica «un rafforzamento del patto di stabilità» perché nel quadro dei trattati attuali «serve la massima intensificazione della prevenzione, delle sanzioni, la quasi automaticità delle sanzioni». Lo ha dichiarato il presidente della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet, parlando alla stampa durante i "Rencontres economiques" di Aix en Provence, in Francia.
«Insistiamo inoltre molto - ha aggiunto Trichet - sulla necessità di sorvegliare con cura non solo le politiche di bilancio ma anche gli indicatori di competitività, è evidentemente fondamentale sorvegliare attentamente questi indicatori». Ciò potrebbe garantire, ha spiegato Trichet, «una sorta di salto qualitativo importante, per sfruttare tutto ciò che permette la legislazione secondaria europea, ottenendo tutto ciò che posiamo avere nel quadro trattato attuale. Poi ci possono essere modifiche dei trattati, ma nel quadro attuale serve il massimo rafforzamento della prevenzione».
Il presidente della Bce ha poi escluso ogni rischio di una nuova recessione, al termine di una settimana che ha visto la preoccupazione dei mercati finanziari per questa eventualità. «Non lo credo per niente» ha risposto Trichet alla stampa che gli chiedeva un parere sui rischi di una ricaduta dell'economia:«A livello mondiale, è chiaro che siamo in fase di ripresa, confermata particolarmente nel paesi in via di sviluppo, ma anche nel mondo industrializzato». Tuttavia, ha detto Trichet, «la crescita nel mondo industrializzato non è affatto scontata, ma dipende da noi. Dipende dalla capacità dei paesi industrializzati di rafforzare la fiducia di famiglie, imprese, investitori e risparmiatori».
Dal seminario francese arriva anche una novità sul fronte degli "stress test" sulle banche, tema centrale sulla strada della ripresa economica. I risultati dei test condotti sulle banche europee saranno pubblicati «attorno al 23 luglio e proveranno che gli istituti bancari sono solidi e in buona salute»: lo ha dichiarato il ministro francese dell'Economia, Christine Lagarde. «Siamo nel mezzo dell'inizio della fine - ha detto ancora Lagarde - . Ciò che m'interessa oggi è capire come possiamo proseguire l'azione cominciata con vigore sotto la crisi» ha continuato, riferendosi in particolare alla regolamentazione dei prodotti derivati. «Abbiamo fatto molto e abbiamo fatto poco. Molto perché abbiamo preso risoluzioni collettive estremamente ferme, su temi come il finanziamento dello sviluppo o la regolamentazione dei mercati finanziari. Ma abbiamo fatto poco perché questo slancio straordinario e collettivo si è scontrato con le difficoltà della messa in pratica».