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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2010 alle ore 17:44.
Riorganizzare le risorse per il Mezzogiorno per migliorare la qualità della spesa e concentrare gli interventi su infrastrutture strategiche. Il ministro per gli Affari regionali Raffaele Fitto ribadisce la linea del governo sull'impiego di fondi comunitari e nazionali (Fas) mentre dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, giunge un importante distinguo sulle responsabilità di chi in questi anni ha speso poco e, in alcuni casi, male.
La cornice è la presentazione del rapporto annuale del Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica che si è svolta alla Camera: la responsabilità, spiega Fini, non è solo delle classi dirigenti del Sud, come sostenuto dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti quando ha parlato di «cialtroneria», ma è condivisa con lo stato centrale.
Fini torna sulla centralità delle politiche per il Mezzogiorno, da rilanciare per non lasciare «incancrenire quella che rimasta la più grave incompiutezza del nostro processo nazionale unitario». Poi, un'altra citazione di Tremonti: «Personalmente - dice il presidente della Camera - ritengo che "l'albero storto" dell'Italia non sia solo il dissesto dei conti economici, come ha osservato il ministro Tremonti; l'albero storto dell'Italia è anche la questione del Mezzogiorno».
Secondo Fitto ci sono ora le condizioni per accelerare sulla riprogrammazione dei fondi. Si sono svolti i primi incontri bilaterali con le Regioni ed entro luglio dovrà essere completata la ricognizione delle risorse che potranno essere impiegate nel piano.