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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2010 alle ore 17:50.
Le Regioni hanno deciso di accantonare la decisione della riconsegna delle deleghe «fiduciosi che il percorso delineato di confronto con il governo abbia un esito pienamente positivo». La Conferenza delle regioni, in un documento comune, ha confermato «tutte le posizioni contenute nei documenti assunti in queste settimane sulla manovra Finanziaria - ha detto Vasco Errani, presidente della Conferenza - che considera insostenibile per le ricadute sui bilanci regionali».
Nel documento si chiede al governo di «aprire immediatamente un tavolo per accelerare la piena applicazione del federalismo fiscale e costruire un percorso condiviso per riequilibrare la ricaduta dei tagli sotto il profilo quantitativo e qualitativo, oggi previsti dal decreto 78/2010 attraverso i successivi provvedimenti finanziari entro il primo gennaio 2011». In questo quadro si conferma che le Regioni considerano «fondamentale così come sancisce il quarto comma dell'articolo 119 della Costituzione che alle deleghe trasferite debbano corrispondere le relative risorse».
Errani ha dichiarato che si tratta di «un atto molto importante, tutti noi siamo molto soddisfatti». La Conferenza chiede, infine, di dare «immediato avvio ai lavori della commissione straordinaria per la verifica dei costi di funzionamento di tutte le pubbliche amministrazioni, come assicurato dal presidente del Consiglio nell'incontro di venerdì 9 luglio scorso». Commentando il documento approvato all'unanimità il governatoredella Lombardia, Roberto Formigoni, ha sottolineato che la manovra è da tutti considerata «insostenibile» e evidenzia la richiesta di apertura di un tavolo di dialogo «per gestire insieme il federalismo e i tagli della manovra».
A chi gli chiedeva se sulla questione della riconsegna delle deleghe ha vinto la lega, formigoni ha replicato: «No, questa è una posizione unanime, la questione è accantonata, diciamo di essere in grado di gestire le deleghe per le quali abbiamo le risorse».
Alle Regioni che comunque protestano per i tagli nella manovra e chiedono cambiamenti, il ministro per le Riforme Umberto Bossi, leader della Lega, nega le modifiche ma promette «il federalismo fiscale»; il ministro dell'Economia Giulio Tremonti si associa e sottolinea: «Oggi lo hanno chiesto anche le Regioni». Il dialogo due voci si è svolto al Senato, dove i cronisti hanno fermato i due esponenti del governo dopo il lungo colloquio fra i due nel corridoio dei busti che collega palazzo Madama a palazzo Carpegna. «Andrò in vacanza tranquillo - ha spiegato il sanatùr - dopo il federalismo. Abbiamo cominciato a trovare una via, il federalismo andrà in Cdm, poi nelle commissioni e da lì parte tutto».