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Questo articolo è stato pubblicato il 06 luglio 2010 alle ore 14:03.
Non c'è nessuna apertura del governo alle Regioni, almeno sulla base di trattativa chiesta dai governatori. Anche nel vertice di ieri fra il premier Silvio Berlusconi e il ministro dell'Economia Giulio Tremonti è stata ribadita la linea fin qui seguita: nessun margine di modifica sui saldi, neanche in termini di spalmatura su un arco di tempo più lungo, mentre la disponibilità c'è a ripartire i tagli in modo differente.
Un tentativo fatto in questo senso dal relatore della manovra al Senato, Antonio Azzollini, per penalizzare meno le regioni virtuose, è stato però già rigettato con un secco no dai governatori che per ora tengono il fronte compatto e non vogliono dare il via a guerre interne fra ricchi e poveri. Alla fine l'emendamento del relatore è passato, stasera, dando più flessibilità alla regioni che presentano parametri di «virtuosità», senza però toccare i saldi complessivi.
Anche il giallo di ieri sera su un possibile incontro tra Berlusconi e governatori è stato spazzato via da una secca smentita del ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto. «Non ci sarà nessun incontro», ha tagliato corto Fitto che condivide la linea di Tremonti di garantire, con i sacrifici imposti dalla manovra, anche il percorso verso un federalismo virtuoso e rigoroso sul piano dei conti pubblici. Lo stesso Fitto ha intanto convocato senza ulteriori indugi per giovedì la conferenza Stato-regioni con all'ordine del giorno la manovra e la linea sembra sempre quella: prendere o lasciare. Sarà presente anche il ministro dell'Economia Tremonti.
Ultimo spiraglio un possibile incontro domani a Palazzo Chigi, forse con Gianni Letta. Una convocazione informale è già partita ma non è chiaro ancora l'ordine del giorno. Per l'intera giornata di oggi continuerà il lavoro delle colombe per capire se almeno l'incontro con Berlusconi si potrà tenere.
La conferma dello stato pessimo dei rapporti giunge da una nota che il presidente della Conferenza delle regioni,Vasco Errani, ha diffuso congiuntamente al presidente dell'Anci Sergio Chiamparino, al presidente dell'Unione province Giuseppe Castiglione e al presidente dell'Uncem (comunità montane) Enrico Borghi. «Non potremmo - dice la nota - che considerare gravissimo e inaccettabile il diniego circa la richiesta del sistema delle autonomie territoriali di avere un incontro con il presidente del Consiglio e con i ministri interessati dalla manovra».