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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2010 alle ore 16:30.
«Saremo prudenti. Non abbiamo la minima intenzione di rischiare nella realizzazione del federalismo fiscale». Lo ha assicurato il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso dell'audizione in commissione bicamerale per il federalismo, nell'ambito dell'esame della relazione concernente il quadro generale di finanziamento degli enti territoriali.
Tremonti ha ricordato che molti aspetti della finanza pubblica locale sono ancora da definire. «Fino ad oggi - ha detto - i bilanci non si parlavano. È difficile che sia affidabile un sistema contabile in cui esistono nomenclature diverse. Cerchiamo di uniformare i bilanci sulla base di conoscenze che dobbiamo acquisire, ma che ancora non abbiamo».
Il titolare del Tesoro ha ribadito come il pesante debito pubblico italiano non sia derivato dai governi locali, ma dalla centralizzazione della finanza pubblica. Del resto, ha ricordato il ministro, il federalismo fiscale potrà essere anche una "chance" per le regioni, così come per i comuni e le province.
Tremonti è tornato, poi, a criticare l'Irap, l'imposta regionale sulle attività produttive e ha annunciato che il Governo «sta cercando di ragionare» sull'imposta, per cancellarla. Ma, per ora, sottolinea, «non è facile perchè è un tributo grande, che finanzia la sanità».
Parlando invece dell'imposta di prelievo unica comunale, il numero uno di Via XX Settembre ha evidenziato come sarà «un'opportunità» che i comuni potranno cogliere, «lasciando fuori la prima casa che é un bene costituzionale». Il punto, ha spiegato Tremonti, non è introdurre un'imposta in più, ma eliminare le 24 che attualmente ci sono. L'idea, ha detto, «ci sembra di grande interesse perché semplifica la vita della gente, significa una sola coda, un solo pagamento». In ogni caso, ha aggiunto, «sarà un'autonoma scelta che si farà comune per comune. Non sarà imposto con una norma scritta sulla Gazzetta ufficiale».
Una stoccata infine alla regioni, sulla spesa per l'invalidità, che, secondo il ministro, in cinque anni è passata da 6 a 16 miliardi. Le regioni hanno dimostrato «particolare umanità», ha sottolineato Tremonti, ma, ha subito aggiunto, «un conto è dare un assegno a chi ne ha bisogno, un conto è dare un assegno e poi girarlo a piè di lista a un altro».