Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 29 luglio 2010 alle ore 07:52.
Dei tanti ponti di Belgrado quello che senza dubbio tutti gli imprenditori del mondo vorrebbero attraversare porta in Russia, dritto verso un mercato di quasi 200 milioni di consumatori. Ad annullare la distanza e le difficoltà logistiche c'è il fatto che l'attraversamento non prevede balzello e garantisce rapporti commerciali con un'area molto interessante.
A fare da tramite c'è la Serbia, grazie a un accordo di libero scambio con la Federazione russa: deve essere stato anche questo ad aver già portato nel paese 200 imprenditori italiani. Questo piccolo, per ora, esercito dei delocalizzatori italiani vale un giro di affari di 2 miliardi di euro l'anno, destinato a crescere in maniera esponenziale una volta che l'investimento Fiat entrerà nel pieno regime produttivo. La Siepa (agenzia serba per gli investimenti) ha previsto addirittura che Fiat sarà un volano che porterà 30mila posti di lavoro tra diretti e indiretti nel settore auto, occupati in aziende di componentistica che non lavoreranno solo per Fiat.
L'attrattività della Serbia dunque non arriva solo dai salari bassi, mediamente intorno ai 350 euro, o dal piano di incentivi fiscali e finanziari che è valso al paese il primo posto nella classifica della Banca mondiale in materia di riforme economiche per attrare investimenti stranieri. Agevolazioni che vanno dai terreni forniti gratis a chi stabilisce nuovi impianti produttivi ai contributi del governo a fondo perduto per ogni lavoratore assunto a tempo indeterminato: dai 2mila ai 10mila euro, a seconda della portata dell'investimento - minimo un milione di euro - e del numero di impiegati - minimo tra 10 e 50 -. Fino ad arrivare all'esenzione dalle tasse per dieci anni se si investe in capitale fisso almeno 7,5 milioni di euro e si impiegano oltre 100 addetti a tempo indeterminato (si veda Il Sole 24 Ore di sabato 24 luglio).
C'è di più ed è forse questo di più che ha generato tanto slancio. C'è infatti un accordo di libero scambio tra la Federazione russa e la Serbia che assicura un trattamento favorevole per la merce oggetto dell'interscambio. Per non pagare oneri doganali ovviamente sono previste delle condizioni. E cioè: il paese d'origine della merce deve essere la Serbia, è obbligatorio l'acquisto e la fornitura diretti e infine la fornitura deve essere accompagnata dal certificato di origine.