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Economia Lavoro

Sacconi apre alla possibilità che i lavoratori Fiat partecipino agli utili aziendali

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 agosto 2010 alle ore 13:40.

Disco verde di Maurizio Sacconi alla proposta del leader della Cisl Raffaele Bonanni di far partecipare i lavoratori Fiat agli utili aziendali. Parlando di Pomigliano, dal meeting di Comunione e Liberazione, in scena a Rimini, il ministro del Lavoro ha sottolineato come lavoratori che scommettano su una maggiore produttività aziendale «acquisiscano il titolo a condividere un domani i risultati delle loro fatiche non solo in termini di salario fisso contrattuale, ma anche di salario collegato ai risultati dell'attività aziendale».

Il punto, ha spiegato Sacconi, è che ci deve essere sempre meno Stato e più società. Come è accaduto a Pomigliano, ha aggiunto: «Un grande investimento che si realizza non con un incentivo pubblico ma con un incentivo realizzato sulla base della disponibilità dei lavoratori a una maggiore produttività». La Fiat, ha ricordato il ministro, ha tradizionalmente subito accordi onerosi compensati dalla generosità pubblica. Oggi invece, ha detto, il Lingotto «realizza un importante investimento, dimostrando che il Sud può essere importante piattaforma industriale anche senza l'incentivo pubblico, ma solo grazie a quello della comunità dei lavoratori».

È un tema caro al ministro quello della condivisione dei risultati aziendali. Il patto firmato in deroga al contratto nazionale, oltre a garantire tremila euro in più in busta paga e una detassazione del 10% che, secondo il ministro, potrebbe aumentare entro l'anno, ha proprio lo scopo di aumentare la produttività del lavoro. Secondo Sacconi «le relazioni industriali evolvono in peso partecipativo, come del resto chiedono da tempo Cisl e Uil. Il modello Pomigliano opotrà essere infatti esportato, non tanto sulla base degli specifici contenuti, ma in forza di un metodo secondo il quale le parti si adattano alle diverse situazioni territoriali e aziendali».

Sulla vicenda dei tre operai della Fiat a Melfi (si legga l'articolo) Sacconi non si è pronunciato: «C'è una dimensione giudiziaria verso la quale ho pieno rispetto. Piuttosto mi stupisco di coloro che si sono stupiti per la prima sentenza. La novità sarebbe stata una decisione diversa». Sacconi tuttavia ha affermato di «essere d'accordo al 100 per cento con Raffaele Bonanni» che ieri proprio al Meeting ha chiesto alla Fiat di proseguire nel progetto di investimenti in Italia ma ha anche sostenuto che la Fiat sbaglia a non reintegrare i tre operai perché così finisce per rincorrere le provocazioni della Fiom.

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Tags Correlati: Cisl | Comitato Esecutivo | Comunione e Liberazione | Fiat | Fiom | Imprese | Italia | Maurizio Sacconi | Pomigliano | Raffaele Bonanni | Uil

 

Anche per Sacconi la Fiat sbaglia su questo punto? Il ministro ha osservato che sulla «dimensione privata del rapporto tra l'azienda e alcuni lavoratori non mi pronuncio». In questa vicenda però c'é anche «una dimensione politica - ha rilevato Sacconi - e la Fiom non si è mai pronunciata su questo punto. Può un singolo lavoratore o una minoranza bloccare una produzione anche nell'ambito di uno sciopero legittimamente proclamato?».

Sacconi ha parlato anche di bioteca e di biopolitica, ricordando come il governo abbia «una posizione chiara e precisa». Il titolare di via Veneto ha ribadito poi di non «avere mai parlato di verifica di governo sulla biopolitica. Ho sempre e solo detto che la biopolitica è oggettivamente all'ordine del giorno e che, piaccia o non piaccia bisognerà trovarsi di fronte a problemi come la pillola dei cinque giorni dopo, l'aborto farmacologico, il rapporto tra vita e morte e tra ricerca ed etica». E su tutti questi temi, ha concluso, «sono convinto che esista una maggioranza parlamentare anche più ampia di quella che usualmente sostiene l'esecutivo».


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