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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2010 alle ore 17:38.
Tagliare il traguardo del federalismo entro quattro mesi. È l'obiettivo esplicito del Carroccio, come confermato dal ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, nell'intervista pubblicata sul Sole 24 Ore di ieri. Per riuscirci, però, la maggioranza deve prodursi in un vero e proprio tour de force. Che è cominciato oggi con l'esame in bicamerale del decreto di attuazione su Roma capitale e proseguirà la settimana prossima con l'arrivo in Consiglio dei ministri dei due testi che ancora mancano all'appello: finanza regionale e provinciale; costi standard per la sanità.
Sul provvedimento che trasforma il consiglio comunale in assemblea capitolina e attribuisce poteri speciali al sindaco sulla gestione della giunta i tempi sono stretti. L'esecutivo vuole chiudere i lavori in commissione entro giovedì. In modo da portare l'indomani lo scarno (e spoglio, a sentire l'opposizione, visto che non si parla né di poteri né di tributi) sul tavolo di Palazzo Chigi per il via libera definitivo. La fretta è determinata soprattutto dalla volontà del primo cittadino della capitale, Gianni Alemanno, di non "bucare" l'appuntamento previsto per lunedì 20: la visita in Campidoglio del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano per festeggiare i 140 anni dalla breccia di Porta Pia. Quale miglior occasione, è il ragionamento dell'esponente del Pdl, per presentare l'attuazione di una norma che giace inapplicata in Costituzione da oltre nove anni?
Da qui il suo auspicio odierno a un «voto unanime». Dall'esito, però, tutt'altro che scontato visti i nodi che ancora avvolgono il decreto. Come il numero dei consiglieri che il decreto legislativo riduce a 48 e Alemanno vorrebbe portare a 60 o il taglio da 20 a 12 delle circoscrizioni municipali. Due modifiche che hanno già incassato lo stop del ministero dell'Economia. Senza contare le perplessità espresse oggi dal presidente della regione, Renata Polverini, sulla costituzionalità di uno spostamento di poteri a favore del nuovo soggetto.
A prescindere da come andrà a finire la vera partita inizierà la prossima settimana. Sia in Parlamento che fuori. Mentre la bicamerale guidata da Enrico La Loggia si cimenterà sull'altro decreto licenziato in via preliminare prima dell'estate - cioè quello che delega la società sugli studi di settore Sose Spa a fissare i fabbisogni standard per le spese di comuni e province - e metterà in agenda l'esame del fisco municipale, Calderoli proverà a portare in Consiglio dei ministri i decreti su costi standard e autonomia finanziaria regionale e provinciale. E avviare il count down finale.