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Questo articolo è stato pubblicato il 15 settembre 2010 alle ore 18:58.
È partito il tavolo tra Federmeccanica, Fim e Uilm per definire le deroghe al contratto dei metalmeccanici che diano una copertura giuridica all'intesa di Pomigliano d'Arco, come richiesto dall'ad della Fiat, Sergio Marchionne.
Il primo round ha avuto un carattere puramente interlocutorio ed è servito per fissare il calendario dei prossimi incontri, che si terranno il 21, il 22 e il 29 settembre, quando si entrerà nel merito dei problemi. Al tavolo saranno definite le procedure e gli ambiti di derogabilità del contratto dei metalmeccanici da utilizzare nella contrattazione aziendale o territoriale.
Verrà così messo al riparo da possibili contenziosi minacciati dalla Fiom-Cgil l'accordo di Pomigliano che prevede 80 ore di straordinario obbligatorio aggiuntive rispetto alle 40 ore del contratto nazionale. Verrà definito il capitolo sulla conciliazione e l'arbitrato per trovare una soluzione ai conflitti, con le sanzioni per chi viola le intese. Sarà, inoltre, stabilita la ripartizione delle materie tra il primo e il secondo livello, per evitare che nella contrattazione aziendale si faccia riferimento a temi già affrontati nel contratto nazionale. Sul welfare contrattuale Federmeccanica ha chiesto di riorientare le risorse per il sostegno al reddito in modo diverso, con la creazione di un fondo sanitario.
Federmeccanica ha proposto di convocare una riunione il 5 ottobre sul comparto auto per attivare una commissione ad hoc, ma Fim e Uilm devono ancora dare una risposta. «Da parte della maggiore azienda dell'auto – ha spiegato il direttore generale di Federmeccanica, Roberto Santarelli – c'è stata avanzata una richiesta specifica di discipline, richiesta non fuori sacco ma prevista dal contratto. Nessuno sta discutendo di un contratto sull'auto, ma di deroghe al contratto dei metalmeccanici».
Fim e Uilm, però sono convinte di trovare le risposte alle richieste della Fiat attraverso le deroghe al contratto nazionale dei metalmeccanici, valide oltrechè per l'auto, per tutte le aziende del settore. «Se si fa un buon lavoro sulle deroghe – ha detto Giuseppe Farina (Fim–Cisl) – si risponderà ai problemi posti dalla Fiat senza attuare delle deroghe specifiche per il settore auto. Se dovessero emergere delle tematiche specifiche dell'auto che meritano di essere disciplinate, non avremo alcuna difficoltà a discuterne, ma tutto ciò va fatto a valle della trattativa, non a monte».