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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2010 alle ore 13:06.
«Abbiamo sempre detto che riteniamo il federalismo fiscale una grande riforma, purché porti a una riduzione della spesa pubblica improduttiva, degli sprechi e degli enti inutili». Così il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, dall'assemblea generale di Bergamo. Secondo la leader degli industriali, la norma «di cui si parla e che prevede la ineleggibilità degli amministratori che non rispettano i conti, soprattutto quelli sanitari, ritengo che sia giusta e importante. La chiedevamo da tempo».
Il presidente di Confindustria ha ribadito che «se il federalismo diventa riduzione della spesa pubblica, maggiore responsabilità e penalizzazioni per gli amministratori locali che operano male, siamo d'accordo».
Per la ripresa, accanto al federalismo fiscale e al nucleare, servono però altri provvedimenti: «serve una scommessa seria su ricerca, innovazione, scuola, infrastrutture, il taglio della burocrazia. La crescita - ha concluso Emma Marcegaglia - viene da una serie di riforme che vanno portate avanti senza indugi».
Il numero uno di Viale dell'Astronomia ha parlato anche del «problema fondamentale» della pressione fiscale, « che va affrontato ridistribuendo il carico per ridurlo su imprese e lavoratori che tengono in piedi il paese». La Marcegaglia ha poi affrontato il nodo della lotta all'evasione fiscale, i cui proventi, «debbono essere destinati anche al taglio alle tasse su lavoratori e imprese e non solo a coprire i conti pubblici».
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