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Economia Politica economica

Torna a volare il business delle compagnie aeree. Utili 2010 rivisti in rialzo ma l'Europa stenta

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 11:19.

Il trasporto aereo si riprende più rapidamente del previsto, ma l'Europa resta in rosso. È quanto evidenzia la Iata in un rapporto pubblicato oggi. L'associazione internazionale del trasporto aereo prevede profitti per 8,9 miliardi di dollari, in sensibile crescita rispetto ai 2,5 miliardi di dollari stimati a giugno. La Iata stima però un rallentamento per il 2011, quando la redditività delle compagnie aeree dovrebbe scendere a 5,3 miliardi di dollari.

«Il rapido miglioramento della domanda -si legge nel rapporto dell'Associazione che rappresenta i vettori internazionali - ha spinto il traffico oltre i livelli precedenti la crisi (agli inizi del 2008) di un 3-4%. Si prevede che la domanda nel 2010 cresca dell'11% (meglio che nella precedente previsione del 10,2%), mentre la capacità si espanderà del 7 per cento».

Il miglioramento dei rendimenti è il fattore principale alla base di questo rialzo delle stime. «Dopo i tagli di capacità dell'anno scorso, l'espansione della capacità rimane dietro ai miglioramenti della domanda. Il risultato sono coefficienti di carico più alti e una certa capacità di determinare i prezzi per le compagnie aeree. Più viaggiatori business in classe premium spingono in alto la media dei rendimenti». Attualmente, si prevede che i rendimenti crescano del 7,3% per il settore passeggeri e del 7,9% per quello merci. Un dato molto più alto del 4,5% precedentemente previsto per entrambi.

Sul fronte dei ricavi la Iata parla di una crescita a 560 miliardi di dollari, 15 miliardi di dollari più dell'ultima stima. È un dato di poco inferiore ai 564 miliardi di dollari di entrate raggiunti nel 2008, prima che iniziasse la crisi finanziaria.

Per quanto riguarda invece il 2011, le prospettive del comparto sono di una crescita più debole. L'impatto della ripresa post-recessiva dovuta alla ricostituzione scorte svanirà. Si ritiene che la spesa per i consumi - afferma la Iata - non basterà a risollevare la situazione di ristagno economico, dal momento che la disoccupazione rimane elevata e la fiducia dei consumatori è in calo sia in Europa sia in Nord America. I mercati del traffico merci e passeggeri rimarranno più forti in regioni come l'Asia, il Medio Oriente e il Sud America, ma non ci aspettiamo che questi 'hot spot' siano in grado di sostenere la crescita globale nel 2011. La crescita del comparto dovrebbe dunque far registrare un ridimensionamento, assestandosi su un 5%.

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Tags Correlati: Asia | Dati di bilancio | Europa | Giovanni Bisignani | Iata |

 

«La ripresa - ha commentato Giovanni Bisignani, direttore generale e amministratore delegato della Iata - è stata più solida e più veloce di qualsiasi previsione. Gli 8,9 miliardi di dollari di profitti che prevediamo, faranno sì che si inizi a recuperare i circa 50 miliardi di dollari persi nella precedente decade». Ma per Bisignani «non è questo il tempo delle celebrazioni«, dato che persistono dei dubbi, legati a quanto durerà questa fase di ripresa. «Anche se la situazione è sostenibile - ha aggiunto - i margini di profitto con cui operiamo sono talmente sottili che anche l'aver incrementato i profitti di tre volte e mezzo genera un margine solo dell'1,6 per cento. Un valore più basso rispetto al margine del 2,5%, che rappresenta il picco del ciclo precedente, e decisamente inferiore rispetto a quanto sarebbe necessario semplicemente per coprire il nostro costo di capitale». Per l'amministratore delegato della Iata il miglioramento delle previsioni per il 2010 è dovuto a una serie di fattori, tra i quali - sul fronte delle entrate - l'aumento della domanda e una disciplinata gestione della capacità, che stanno portando a dei rendimenti molto più forti, che spingono in alto i ricavi. Allo stesso tempo, i costi rimangono relativamente stabili

Migliorano anche le prospettive per i vettori europei, che passano da una perdita di 2,8 miliardi di dollari a una di 1,3 miliardi. «I guadagni vanno attribuiti - riferisce la Iata - in gran parte al traffico in arrivo nel continente, trainato dalla svalutazione che ha stimolato le esportazioni e migliorato la situazione del traffico merci. La persistente debolezza economica e la precaria fiducia dei consumatori continua a deprimere il traffico passeggeri in partenza».

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