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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2010 alle ore 13:50.
Gran fermento per la Fiat negli Stati Uniti. La casa automobilistica italiana sta reclutando concessionari per vendere i suoi prodotti in 41 stati Usa, cominciando con la 500 in dicembre e con una sua versione decappottabile nel 2011. Il Chicago Tribune dà la notizia ma titola guardingo: «Fiat punta a lavare via il suo brutto passato nel mercato americano».
Uno dei problemi da superare per la Fiat, secondo il Tribune, è il cattivo ricordo lasciato dalle sue ultime imprese americane. «Erano auto divertenti da guidare… ma tendevano ad arrugginirsi, erano complicate e costose da riparare».
In realtà le cose sembrano mettersi bene: è notizia dei giorni scorsi che le prenotazioni delle Fiat hanno oltrepassato le attese. Nel reclutare i concessionari, gli attuali dealer Chrysler avranno la preferenza. Ma Fiat vuole personale di vendita separato per non mischiare i marchi. L’azienda spera di avere individuato almeno 200 dealer entro la fine di settembre.
«La mossa di Marchionne – scrive Steven Cole Smith dei Tribune Newspapers – darà a Fiat una seconda occasione per vendere i suoi prodotti, dopo avere fallito negli anni ’60, ’70 e ‘80». L’ultima presenza “ufficiosa” di Fiat risale al 1992, quando fu ritirata la Yugo, fabbricata in Jugoslavia su una vecchia piattaforma 128 dalla Zastava, non dalla Fiat.
Secondo la rivista specializzata Automotive News, Fiat spera di vendere tra le 50mila e le 100mila auto negli Stati Uniti nel 2011.
Il Tribune cita un analista di True Car, Jesse Toprack, secondo cui sbaglia chi pensa che il ritorno di Fiat sarà un altro fiasco. «Fiat è un marchio dominante in Europa e in molti altri paesi….Vedo solo lati positivi».
Sul sito del New York Times compare la notizia secondo cui la Fiat starebbe pensando a una Ipo Ferrari per finanziare l’aumento della sua quota in Chrysler (attualmente 20%). Il Nyt fa riferimento a una Reuters che cita il Corriere della Sera: Fiat vorrebbe trovare liquidità per arrivare al 51% di Chrysler e quotare in Borsa la Ferrari sarebbe l’unico modo per raggiungere lo scopo.
Fiat, che detiene l’85% di Ferrari, manterrebbe una maggioranza del 51% della casa di Maranello. Tuttavia la Reuters scrive che un portavoce Fiat ha smentito: “Non ci sono piani per una quotazione Ferrari”.