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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2010 alle ore 12:53.
Ha dato il «la» il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei che, al convegno sulle relazioni industriali di Genova nel week end scorso, invitava al dialogo i sindacati. Aveva risposto, seppure con prudenza e sempre allo stesso convegno, il segretario nazionale dell Cgil. In un passaggio durante la tavola rotonda, non da tutti sottolineato appropriatamente, Guglielmo Epifani aveva detto: «In una fabbrica dove la maggioranza dei lavoratori vota un accordo ebbene la minoranza deve attuarlo» . Un riferimento, evidentemente, al caso di Termini Imerese.
Oggi, mentre le agenzie battono la notizia che la Fiom ha deciso di volare Oltreoceano per incontrare i rappresentanti dei sindacati americani, Sergio Marchionne, tra un dato di produzione e l'altro, ha detto: «Quello che è successo lo scorso week end a Genova, al convegno della Confindustria, è un'apertura che giudico molto positiva. Sono sempre stato convinto che è sulla strada del dialogo costruttivo che si devono affrontare i problemi e che si possono trovare le soluzioni». Secondo Marchionne, «la situazione in cui ci troviamo, in Italia, è estremamente seria» occorre «mettere mano alla situazione» e «fare qualcosa prima che sia troppo tardi». «Quello che so - ha detto Marchionne - è che il resto del mondo non sta ad aspettare i nostri tempi, i nostri timori, i nostri rinvii. I lavoratori meritano soluzioni e prospettive certe».
Proprio sul tema delle relazioni industriali, e su come si stia tentando di trovare un nuovo spirito tra Confindustria e i sindacati (in particolare con la Cgil), da annotare la dichiarazione di Giorgio Squinzi, presidente di Federchimica. «È stato spinto per lasciare fuori la Cgil, io mi sono impuntato e ho detto che il contratto (dei chimici, ndr) doveva essere firmato da tutti», ha detto l'industriale.
In questa fase difficile per l'economia italiana, dove il rischio è di «uscire dalla crisi - sono le parole del segretario del Pd Pier Luigi Bersani sempre a Genova - con una base produttiva più piccola di quella con cui ci siamo entrati», viene quindi evocato quello che potrebbe definirsi lo "spirito" di Genova.
In quella sede Bombassei ha sottolineato che «ci sono tutte le condizioni per decidere di fare insieme un primo tagliando all'accordo del 2009 e, con i sindacati tutti, firmatari e no, verificare oggettivamente lo stato dell'arte». «I tempi? Al più presto, entro l'anno mi sembra ragionevole», ha aggiunto. L'invito della Confindustria era rivolto anche alla Cgil: «Non abbiamo alcun preconcetto contro nessuno - ha spiegato Bombassei - più siamo meglio è. L'importante è che non si pongano condizioni, non si mettano limiti. Bisogna sedersi sgombri da preconcetti, con l'obiettivo di guardare avanti e non con lo specchietto retrovisore». Gli industriali, ha aggiunto il vicepresidente di Confindsutria, sono anche «pronti» a un accordo interconfederale sulle regole di rappresentanza. «Non una legge. La legge eventualmente dopo, per darne validità generale».