Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2010 alle ore 16:51.
C'è chi è costretto a "fare carte false": «Ho dovuto modificare il curriculum altrimenti mi dicevano che ero troppo specializzata e per trovare lavoro mi son dovuta riciclare in un settore non mio». Oppure chi è "incastrato" all'estero: «Mi piacerebbe tanto tornare in Italia ma ditemi come si fa. Ho una laurea in ingegneria elettronica e attualmente occupo una posizione di quadro-dirigente. Se torno in Italia mi offrono altre mansioni». Oppure chi propone una ricetta alternativa: «L'ideale per trovare lavoro oggi in Italia sarebbe frequentare un master per elettricisti».
C'è anche chi sa già quale consiglio darà al proprio figlio, se un domani dovesse arrivare: «Non trovare un lavoro da impiegato». Ma non manca chi si sente troppo vecchio in un paese dove il turnover non è certo quello di New York: «Ho perso il lavoro a 41 anni e pare che a quell'età non devi più vivere o mangiare perché ti dicono che sei troppo grande».
Dalle risposte/proposte che stanno arrivando sul sito del Sole24Ore.com (a proposito, continuate a scriverci le vostre storie) - nell'ambito di un'iniziativa volta a raccogliere le testimonianze dei giovani in cerca di lavori vecchi e nuovi (magari ne hanno trovato uno molto diverso da quello che avrebbero pensato di poter trovare) e, allo stesso tempo, individuare quei mestieri che resistono/hanno resistito alla crisi - emergono degli spunti interessanti per capire dove istituzioni e imprenditori possono concentrarsi per ridare slancio all'occupazione in Italia, che vive una fase di debolezza cronica (un giovane su tre è disoccupato).
Emerge che i giovani avvertono una grande distanza tra domanda e offerta. Che il lavoro qualificato magari c'è, ma è mal retribuito. Per questo motivo molti laureati sono costretti a migrare all'estero. Emerge anche la difficoltà da parte di chi ha deciso di trasformarsi in imprenditore di se stesso dopo un avvio da dipendente.«Due anni fa ci siamo messi in proprio nel settore informatico. Parte la nuova attività, con un impegno di 18 ore al giorno di lavoro; sviluppiamo software e li mettiamo in commercio. Vendite scarse, i ricavi non bastano a colmare le alte spese di gestione, Inps compresa. Perché non va?» chiede l'utente fattorezero.