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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2010 alle ore 10:52.
Per il mercato dell'auto italiano «il brutto é veramente passato. Siamo ai livelli minimi storici e fisiologici del sistema, più in basso di così non si può andare. Mi sono già rassegnato a vedere la fine del 2010, ma anche il primo trimestre 2011 ancora debole». L'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, dal salone dell'auto di Parigi spiega la strategia del Lingotto per i prossimi mesi, sostenendo la necessità di «aspettare che si ristabilisca una distribuzione equa dei segmenti A, B, C e D e gli altri in Italia». «Abbiamo incentivato i segmenti A e B per due 2 anni - continua Marchionne - l'equilibrio deve tornare al baricentro. Ci vorrà un po' di tempo, almeno 12 mesi. L'andamento del mercato non mi sorprende, non ne sono affatto scioccato, lo stiamo gestendo».
L'a.d. di Fiat difende la scelta di non aver lanciato nuovi prodotti in questa fase: «Lanciare prodotti in un mercato così strutturalmente debole non valeva la pena. Abbiamo risparmiato le cartucce e lanciato soltanto la Giulietta di recente. Tutto ciò che sta uscendo dalla pancia della Fiat entrerà nel mercato tra la fine del 2011 e il 2012, in un mercato che dovrebbe essere in ripresa». Una ripresa che l'anno prossimo dovrebbe essere inevitabile, per Marchionne, data la crisi del mercato ancora in corso: «Con questi numeri, anche se starnutiamo dovremo fare meglio del 2010», commenta, facendo riferimento anche al mese «non buono» di settembre.
L'a.d. di Fiat si dice anche ottimista sul progetto di Fabbrica Italia dopo l'accordo di Pomigliano(«ci sto lavorando»), rifiutando però di collegare il progetto con la sua retribuzione. «Trovo offensivo prendere questo come l'argomento da usare per rifiutare di modernizzare il sistema industriale italiano - aggiunge -. Sono due cose completamente scollegate. Se uno vuole fare quel discorso lo faccia, però non mi venga a toccare Fabbrica Italia o l'accordo di Pomigliano. Sono due cose completamente diverse». Anzi, sul progetto di Fabbrica Italia Marchionne rilancia, chiedendo che il sistema italiano tutto e le parti sociali accompagnino la sfida del Lingotto: «Cerchiamo di non perdere l'occasione perchè quando vengono le occasioni uno o le coglie o se le gioca. Non lo dico come una minaccia, ma non possiamo aspettare per sempre». Molte aziende guardano al modello Pomigliano, ha detto di recente il vicepresidente di Confindustria Alberto Bombassei, e Marchionne auspica «che lo facciano non perchè sto cercando di fare il professore, ma semplicemente per diventare veramente competitivi».