Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2010 alle ore 18:05.
«Le Pmi italiane devono aggregarsi e passare dal fare dei buoni prodotti a fare bene impresa». Lo ha affermato Vincenzo Boccia, presidente Piccola industria di Confindustria, a margine di un seminario sulle filiere d'impresa che si è svolto oggi all'Unione Industriale di Torino. Secondo Boccia, «serve un salto culturale: essere eccellenti - ha detto - ci obbliga alla cultura delle alleanze e del partenariato tra imprese», unico sbocco - ha spiegato - per agganciare la crescita dei mercati emergenti dell'area Bric.
«Le esportazioni delle aziende italiane - ha proseguito Boccia - hanno tenuto, dimostrando la capacità reattiva del "sistema Italia"». Il quadro non è del tutto roseo: «Le Pmi del nostro Paese - ha sottolineato il presidente di Piccola industria - soffrono ancora per la scarsa capitalizzazione e per la bassa produttività». Sono questi i punti sui quali lavorare mentre, a livello di politiche economiche, Boccia ha detto che urge «una riforma fiscale a favore dei produttori, cioè delle imprese e dei lavoratori». Nel primo semestre 2010, rispetto allo stesso periodo del 2009, le esportazioni delle aziende italiane sono aumentate del 54% verso la Turchia, del 52% verso il Brasile e del 23% verso le piazze asiatiche di India e Cina.
Da un'indagine effettuata per conto di Cna Emilia Romagna, Marche, Toscana e Umbria dall'Istituto Freni Ricerche Sociali e di Marketing di Firenze (che ha intervistato un campione di 800 cittadini e 242 piccoli imprenditori) emerge intanto che sarà la microimpresa l'elemento catalizzatore della ripresa e della creazione di nuovi posti di lavoro. Secondo la percezione dei cittadini, la micro e piccola impresa non solo guiderà la ripresa, ma crescerà ancora numericamente, proprio perchè oggi ormai il posto di lavoro bisogno crearselo. Le micro imprese stanno nascendo in settori nuovi e in questi saranno in grado di creare nuovi posti di lavoro: Ict, green economy, servizi ecologici e ambientali, servizi alla persona. Il problema per queste imprese, evidenzia ancora lo studio, è costituito dal peso dell'inefficienza della pubblica amministrazione che, nella percezione degli imprenditori e dei cittadini rappresenta un vero e proprio impedimento allo svolgimento dell'attività: un apparato vetusto che ostacola la libertà di impresa, ne rallenta il passo e grava come costo senza alcuna contropartita.