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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2010 alle ore 12:07.
Emma Marcegaglia definisce «inaccettabile» il blocco del Ddl sull'università alla Camera e sprona l'esecutivo a procedere verso l'approvazione: è una riforma «strutturale», ha detto nel corso del suo intervento in occasione dell'ottava giornata della Ricerca e innovazione organizzata dall'associazione degli industriali, a Roma. La legge, ha aggiunto, «è perfettibile, ma ha elementi importanti; é solo un inizio ma va nella giusta direzione».
La presidente del progetto speciale Ricerca e innovazione di Confindustria, Diana Bracco, ha chiesto invece di rendere strutturale il credito d'imposta in ricerca e innovazione. Per Bracco questa agevolazione fiscale «é uno strumento semplice, efficace e alla portata anche delle piccole imprese» ed é anche un volano significativo «dal momento che un euro di credito di imposta in ricerca e innovazione genera da due a tre euro di investimenti aggiuntivi nel medio termine».
Di qui il suggerimento di Confindustria al governo: destinare un miliardo l'anno di risorse per realizzare, attraverso il piano nazionale della ricerca, grandi progetti nazionali di ricerca e innovazione su temi strategici per il Paese e per rendere strutturale il credito di imposta in ricerca e innovazione.
Per il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini «è realistico» per l'Italia l'obiettivo di destinare alla ricerca il 3% del Prodotto Interno Lordo (Pil) e potrà essere raggiunto «in tempi ragionevoli«. «Manca molto», ha ammesso Gelmini, ma, ha subito aggiunto, «l' impegno da parte del governo c'è, non solo per quanto mi riguarda, ma anche da parte del ministro Tremonti e del presidente del Consiglio, Berlusconi». La titolare di viale Trastevere non si è invece sbilanciata sulle possibili soluzioni al finanziamento della ricerca: «stiamo discutendo su come mettere a disposizione il credito d'imposta», ha sottolineato. La scommessa, ha aggiunto, «è cercare di utilizzare al meglio le risorse che abbiamo» e al tempo stesso «negoziare con l'Unione Europea la presenza da protagonista dell'Italia nell'ottavo programma quadro».
Sempre in tema di ricerca, il ministro Gelmini ha annunciato che «è in dirittura d'arrivo anche la legge di riordino degli enti di ricerca», necessaria anche perchè «con l'accorpamento gli enti possono lavorare meglio in regime di fusione» e in questo modo si può andare «nella direzione di liberare risorse per progetti legati alla ricerca».