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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2010 alle ore 16:58.
Fiat intende «consolidare e rilanciare la propria struttura produttiva automobilistica» in Italia con un programma di investimenti da 20 miliardi di euro ma «Fabbrica Italia non partirà se non ci sarà un impegno formale delle organizzazioni sindacali ad assumersi precise responsbilità per la riuscita del progetto». È la posizione del Lingotto espressa un comunicato diffuso al termine dell'incontro con Fiom, Fim, Uilm e Fismic sul piano industriale.
«L'avvio del progetto - ha ribadito l'azienda - è subordinato all'esistenza di condizioni preliminari, che assicurino il quadro di certezze necessario per la sua realizzazione». Secondo l'azienda, «l'importanza delle scelte di destinazione dei nuovi modelli e il volume degli investimenti previsti richiedono un elevato livello di garanzia in termini di governabilità degli stabilimenti e di utilizzo degli impianti».
Dai diretti interessati la risposta non si è fatta attendere: «Non siamo soddisfatti», ha dichiarato ad esempio il leader della Uilm, Rocco Palombella, precisando che «Fiat non ha presentato un programma di investimenti stabilimento per stabilimento. Ha chiesto se eravamo pronti per affrontare la sfida di 'Fabbrica Italia'. C'è la nostra disponibilità ad affrontare i temi sul tavolo, ma da parte dell'azienda non c'è stata la stessa chiarezza».
La Fiom, dal canto suo, ha ribadito che é interessata a discutere il progetto Fabbrica Italia «ma la trattativa va fatta nel rispetto del contratto senza deroghe e nel rispetto delle leggi». «La Fiat - ha spiegato il segretario generale, Maurizio Landini - ha detto che potrebbero esserci soluzioni che vanno anche oltre Pomigliano, un accordo che le tute blu della Cgil non hanno sottoscritto e non intendono sottoscrivere. Noi abbiamo dato la disponibilità al confronto Fabbrica Italia. La Fiat si é riservata di decidere su come proseguire".
Il progetto Fabbrica Italia, che la Fiat intende realizzare per «consolidare e rilanciare» la struttura produttiva in Italia, prevede un investimento da 20 miliardi di euro.
Intanto, secondo quanto scrive oggi Automotive News Europe, citando fonti aziendali, il lancio della nuova Panda sarà rinviato al gennaio del 2012. Il nuovo slittamento della terza generazione della "piccola" più venduta d'Europa, secondo quanto si legge sul sito della rivista, è dovuto al recente "congelamento degli investimenti" deciso dall'ad Fiat Sergio Marchionne.