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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2010 alle ore 16:59.
Affondo degli enti locali sulla politica di finanza pubblica del governo: la manovra approvata a luglio, ha sottolineato il presidente dell'Anci, Sergio Chiamparino nel corso di un'audizione dinnanzi le commissioni riunite Bilancio di Camera e Senato sulla Dfp, Decisione di finanza pubblica, ha avuto sui comuni «un peso molto rilevante», in quanto, ha aggiunto, «sui circa 15 miliardi di tagli alla spesa un abbondante 60% è a carico della finanza locale».
Il punto, ha spiegato Chiamparino, è che «c'è uno squilibrio iniziale» a cui si aggiungono tagli ai trasferimenti pari a «1,5 miliardi per il 2011 e 2,5 miliardi per il 2012». Del resto, ha ricordato, il comparto dei comuni ha contribuito, dal 2004 al 2009, a realizzare un saldo positivo pari a 4 miliardi di euro a fronte di un deterioramento di 32 miliardi della pubblica amministrazione.
Per Chiamparino quindi la Decisione di finanza pubblica nasce «già superata», visto che per i comuni «continuano a non essere messe in atto soluzioni adeguate volte al superamento delle principali problematiche legate alla modifica dei meccanismi del Patto di stabilità, alla stabilizzazione dei bilanci e al conseguente blocco dei pagamenti alle imprese». Una manovra che affrontasse strutturalmente tali criticità - ha concluso - rappresenterebbe inoltre il giusto riconoscimento agli sforzi di contenimento della spesa fino a ora profusi dalla finanza locale».
CORTE DEI CONTI: SENZA CRESCITA OBIETTIVI DI FINANZA PUBBLICA A RISCHIO
Il presidente della Corte dei Conti, Luigi Giampaolino mette in guardia dal rischio di una crescita lenta, che, spiega, «acuirebbe le difficoltà della gestione della finanza pubblica, sia perchè riduce la reperibilità di gettito fiscale, sia perchè tanto più bassa è l'espansione del prodotto, tanto più pronunciati sono gli effetti recessivi connaturati, nel breve periodo, al contenimento della spesa». In queste condizioni, ha aggiunto, diviene più complesso consolidare il rigore di bilancio, che l'Italia ha di recente privilegiato: il nostro è l'unico grande paese europeo - ha detto - che, dopo dieci anni di crescita della spesa, dal 2009 presenta un'invarianza in termini reali dei consumi pubblici».
Giampaolino ha sottolineato ancora come il quadro economico