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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2010 alle ore 18:09.
Una classifica ufficiale dei candidati al Nobel per l'economia non esiste, ma, come per tutti i grandi premi che si rispettino le previsioni non mancano. Anzi fioccano, spesso molto diverse fra loro. I professori di Harvard partecipano addirittura a una riffa di scommesse su quale economista vincerà il premio, pagando la simbolica cifra di un dollaro. Quali i nomi che ricorrono nelle scommesse dei docenti - e non - della prestigiosa università americana? Innazitutto quello di Martin Weitzman, scelta interna, dato che si tratta proprio di un prof di Harvard, quotato a parimerito con l'economista di Stanford Paul Romer, noto per i suoi studi sulla teoria della crescita, come d'altronde l'economista sempre di Harvard Robert Barro. Un altro candidato è Lars Hansen dell'Università di Chicago, che ha sviluppato metodi statistici da cui trarre modelli matematici da applicare in economia. Intercetta alcuni consensi anche il francese Jean Tirole, dell'Istituto economico industriale di Parigi, che ha lavorato sulla teoria dei contratti e sulle sue ricadute sul mondo dell'organizzazione industriale, della finanza e della corporate governance.
Lo stesso Tirole, come del resto Weitzman, ricorre nelle opzioni di un sito neozelandese di previsioni citato dal Wall Street Journal - iPredict - che vede come principali favoriti alla conquista del Nobel l'economista dell'Università di Chicago Richar Taler e quello di Yale Robert Shiller, per gli studi sugli aspetti irrazionali del comportamento umano. In classifica anche Olivert Hart dell'Università di Harvard - un altro studioso della teoria dei contratti - e Williams Nordhaus dell'Università di Yale, che ha studiato come far fronte ai cambiamenti climatici. Quotazioni in ribasso, invece, per l'economista dell'Università di Chicago, Eugene Fama, un tempo candidato autorevole al Nobel e ora un po' defilato dopo che la crisi ha messo in dubbio la sua teoria dei mercati efficienti.
Ben diverso, infine, il paniere di candidati compliato dall'agenzia Reuters sulla base di interviste ad analisti ed eesperti. Nella lista compare anche l'italiano Alberto Alesina, professore di Harvard ed editorialista del Sole 24 Ore. Esperto di politica economica di scuola liberale, si è dedicato recentemente ai temi europei, del lavoro e delle pari opportunità nei loro riflessi economici. Oltre ad Alesina Reuters cita lo studioso giapponese di Princeton Nobuhiro Kiyotaki, economista neokeynesiano , il britannico John Moore, docente all'Università di Edimburgo e presidente della società di Econometria, e Kevin Murphy, docente all'Università di Chicago, e vincitore nel 1997 della prestigiosa John Bates Clark Medal dell' associazione americana degli economisti, il riconoscimento che viene conferito al più promettente economista americano sotto i quartant'anni e considerato il secondo premio più importante de settore dopo il Nobel. Che sia di buon auspicio?