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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2010 alle ore 09:07.
Pulire piatti sporchi e vestiti macchiati può diventare piuttosto redditizio. Con l'aiuto di internet. Giorgia Sgargetta è un chimico: ha 38 anni e lavora per un'azienda abruzzese. Adora le sfide. Tre anni fa ha partecipato a una competizione sul web: trovare un indicatore colorato per un detersivo. Ha lavorato per tre mesi, durante le sere di estate e nei periodi di ferie. Fino a trovare una risposta soddisfacente. E ha ricevuto un premio in denaro. Ma la storia continua. Perché l'azienda che aveva pubblicato la richiesta era Procter&Gamble.
E dopo alcuni mesi ha presentato una domanda di brevetto. Giorgia Sgargetta finora ha vinto 30mila dollari (circa 21500 euro) con tre premi: è una dei 200mila ricercatori scientifici che prendono parte alle gare di Innocentive, una sorta di bacheca online dove le aziende pubblicano le loro richieste su quesiti di chimica, biologia, matematica, statistica, ingegneria. In questo modo affidano in outsourcing una parte di un puzzle più complesso che riguarda prodotti in fase di sviluppo: è un frammento che non sono in grado di trovare a partire da risorse interne o del territorio. E allora si rivolgono a Innocentive. Inviano la richiesta in forma anonima. Stabiliscono un tempo massimo per rispondere e un compenso. Osserva Sgargetta: "Non sapevo di aver risolto un quesito per Procter&Gamble finché l'azienda non mi ha contattato per il brevetto. Adesso continuo a partecipare, ma l'impegno è meno intenso per impegni familiari". Lo spazio di collaborazione online di Innocentive, però, è più di una bacheca: a lanciarlo è stata la multinazionale farmaceutica Eli Lilly per trovare idee adatte allo sviluppo di farmaci. Poi è stato aperta ad altre aziende.
E nel tempo si è dimostrato una piattaforma di crowdsourcing su internet (un gioco di parole da "outsourcing" con crowd, folla): riunisce le capacità di ricercatori scientifici nel mondo attraverso il web per affrontare scommesse industriali. A vantaggio anche di piccole e medie imprese che non hanno sufficienti risorse sul territorio. Karim Lakhani, ricercatore della Harvard Business School, in uno studio ha esaminato 166 quesiti formulati da 26 società su InnoCentive. E ha scoperto che, in media, i problemi proposti sono stati affrontati da 240 persone. Uno su tre è stato risolto. Secondo Lakhani, in alcuni casi, hanno trovato le risposte soprattutto i partecipanti con un elevato grado di specializzazione, ma in settori apparentemente molto differenti da quelli in cui hanno vinto la competizione. Per esempio, geologi che affrontano sfide di chimica. Oppure, in altri episodi, è stato vantaggioso dividere un problema in più parti, risolte da differenti esperti all'interno del network. Negli ultimi anni altri hanno seguito le orme di Innocentive con iniziative proprie. Di recente General Electric ha chiesto soluzione per la progettazione di una rete intelligente di gestione dell'elettricità (smart grid). Il premio era generoso: 100mila dollari. E sono arrivate 3mila risposte.