Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2010 alle ore 10:17.
La riforma fiscale muoverà i suoi primi passi oggi. Il governo presenterà alle parti sociali le linee guida che ispireranno la riforma e chiederà alle parti sociali il loro contributo. Poi il lavoro proseguirà in tavoli tecnici, con l'obiettivo di giungere nel giro di un mese alla redazione di una legge delega da presentare in Consiglio dei ministri. In primo piano famiglia e lavoro, attenzione anche per ambiente e ricerca. É una priorità anche la semplificazione, con il sogno di arrivare a dichiarazioni facili, precompilate e a domicilio. Il primo confronto si terrà al Tesoro e a coordinarlo sarà il ministro Giulio Tremonti; avrà accanto a sé i colleghi Maurizio Sacconi, Roberto Calderoli, Renato Brunetta, Paolo Romani, oltre al proprio consigliere politico Marco Milanese, ai presidenti di Inps, Istat, al Ragioniere Generale dello Stato e ai direttori dell'Agenzia delle Entrate e del Dipartimento delle Finanze.
«Il risultato della riforma fiscale deve essere l'abbassamento della tassazione su imprese e lavoratori». A dirlo la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia. Confindustria chiederà, ha spiegato la leader degli industriali, Emma Marcegaglia, di destinare una percentuale dell'evasione fiscale incassata alla riduzione delle imposte. «A partire dal lavoro e dalle imprese: nel primo caso la pressione sfiora il 50%, per le imprese giunge anche ai livelli del 70 per cento». La presidente di Confindustria ha anche auspicato uno spostamento dell'imposizione sui consumi, ma si è detta cauta su un incremento delle aliquote sulle rendite finanziarie, che potrebbe nuocere ai titoli di Stato.
Per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, Tremonti deve avviare una forte operazione di revisione del sistema fiscale che è «iniquo soprattutto per le persone più povere» e grava troppo su lavoratori e pensionati. Per la Cisl è fondamentale «ridurre le tasse per lavoratori e pensionati perché hanno un peso maggiore di altri con redditi che si sono ridotti». Bonanni punta a «un quoziente familiare per riconoscere ai figli e alle persone non autosufficienti un assegno unico in grado di sostenere le famiglie». Quanto poi all'allarme lanciato ieri dalla Corte dei Conti sulla impossibilità di ridurre la pressione fiscale, il segretario della Cisl ha ricordato che «i soldi ci sono lì dove c'è l'evasione fiscale, sprechi e ruberie». La Cisl propone il Naf, Nuovo assegno familiare, che sostituisce assegno al nucleo familiare e detrazioni per figli a carico. Premierebbe le famiglie degli incapienti (+ 1000 euro) e le classi di reddito familiare medio-basso (+ 985 euro sui 25.000 euro), con un vantaggio anche ai percettori di reddito più alto (+600 euro).