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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2010 alle ore 16:05.
L'ultimo a mettere in imbarazzo il governo e la sua maggioranza è stato il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni. Grande e unanime il sostegno di tutti gli uomini del centrodestra al piano per il rinascimento nucleare italiano. Ma dalle parole ai fatti, contrari, il passo è breve. Il neoministro dello sviluppo Paolo Romani aveva attribuito a Formigoni una «disponibilità», se non altro, a parlare di una centrale nucleare in Lombardia? Apriti cielo. È bastata qualche ora di confronto di Formigoni con i suoi perché fosse opportuno un «chiarimento».
Ottimo il piano nucleare nazionale ma una centrale in Lombardia è inopportuna in quanto - così se la cava Formigoni - inutile: la regione è energeticamente autosufficiente. l'argomentazione per la verità non è nuova tra i capi regionali del centrodestra. Qualcosa di molto simile lo aveva detto Renata Polverini, non appena nominata governatore del Lazio, sciogliendo il suo pensiero sul nucleare, prudentemente nascosto fino al giorno prima delle elezioni: «la regione sarà prestissimo autosufficiente e sarà persino in surplus».
Argomentazioni in ogni caso capziose, osservano in molti: al giorno d'oggi il concetto di autarchia energetica regionale non è facile da giustificare né da spiegare. Ma l'imbarazzo, quello vero, ha altre solidissime ragioni.
Anche prendendo per buoni i criteri usati dai governatori del Pdl "nuclearisti sì ma a casa degli altri" sono gli stessi criteri analitici su cui si basano queste argomentazioni a smentire la tesi, clamorosamente. Lombardia e Lazio in surplus elettrico? Niente affatto.
Prendiamo la Lombardia e diamo un'occhiata al sito Web di Terna, il gestore della rete di trasmissione elettrica nazionale e quindi supremo testimone dello stato dei fatti. Bene, anzi male. La Lombardia è in deficit elettrico strutturale. Consuma più di quel che produce. Nel 2009 lo squilibrio e addirittura aumentato rispetto all'anno precedente: oltre 21mila gigawattora (erano 17mila nel 2008), un terzo o poco meno (32%) del fabbisogno regionale. Un deficit che la regione governata da Formigoni colma "trattenendo" addirittura la metà dell'energia frutto di tutte le importazioni italiane di elettricità dall'estero, che passano proprio di lì. Entrano in Lombardia 23mila GWh, ne escono verso le altre regioni italiane meno di 2mila, mentre l'intero territorio nazionale per fronteggiare il suo deficit globale di elettricità importa circa 14% del suo fabbisogno (45mila giga wattora su circa 320 mila consumati nel 2009).