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Questo articolo è stato pubblicato il 19 ottobre 2010 alle ore 06:39.
È «probabile» che almeno una delle nuove centrali nucleari venga costruita in Lombardia, azzarda Paolo Romani, neoministro dello Sviluppo economico. «Ne ho parlato con Formigoni, che non ha fatto opposizioni pregiudiziali» afferma Romani a margine di un incontro alla provincia di Milano.
Il presidente della Lombardia conferma, ma precisa: «Sono d'accordo con la scelta nucleare» ma «siamo al giorno prima di un confronto che deve essere fatto a trecentosessanta gradi per valutarne l'opportunità» verificando «il dove, il come e il quando». E Romani incalza: «In Francia il meccanismo di incentivi ai comuni che ospitano le centrali ha generato una competizione», in Italia il governo «ha adottato un meccanismo simile» e «mi auguro che accada lo stesso». (Cosa ne pensi? Vota il sondaggio).
Del resto «il nucleare è irrinunciabile»: Paolo Romani è ottimista sull'accelerazione data negli ultimi giorni al piano governativo per il ritorno all'atomo con lo sblocco delle nomine all'Agenzia per la sicurezza nucleare.
La presidenza a Umberto Veronesi va formalizzata. Cosa che dovrebbe avvenire in settimana con un decreto di Palazzo Chigi dopo aver trovato la quadra (si veda Il Sole 24 Ore del 16 ottobre), sui nomi dei quattro commissari che affiancheranno il popolare oncologo. Pronto a dimettersi da senatore Pd, spazzando via in un sol colpo ogni vincolo di incompatibilità ma anche ogni imbarazzo rispetto alla posizione ufficiale del suo partito: no al piano nucleare del governo Berlusconi. Con le dimissioni da senatore Veronesi passerebbe il seggio al subentrante Franco Monaco.
Quanto alla localizzazione delle centrali, che avverrà proprio dopo una prima "certificazione" del territorio da parte dell'Agenzia, lo stesso Romani chiarisce che il processo deve ancora iniziare, e che tutto dovrà comunque avvenire «con il concorso degli enti locali a partire dalle regioni, e dei cittadini». (Si veda la mappa dei siti possibili per lo stoccaggio delle scorie).
La Lombardia? «È la più grande regione italiana, la più popolosa, la più industrializzata, quindi quella più bisognosa di energia. Mi sembrerebbe strano – spiega Romani – non prevedere che possa ospitare almeno una centrale nucleare».