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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 09:43.
Malgrado la fine della misure di sostegno alla domanda interna (prese durante la crisi finanziaria) e le nuove misure atte ad evitare il surriscaldamento del settore immobiliare, la Banca Mondiale ha rivisto al rialzo, dal 9,5 al 10% le previsioni di crescita del Pil cinese per il 2010 mettendo tuttavia in guardia Pechino contro i rischi indotti dai disequilibri negli scambi mondiali.
Il rialzo del Pil é stato pari all'11,9% nel primo trimestre, al 10,3% nel secondo e al 9,6% nel terzo, un dato tuttora ritenuto "sorprendentemente alto" dalla Banca Mondiale, per la quale le prospettive "restano buone". Per il 2011 la Banca prevede una crescita del Pil cinese dell'8,7%, in rialzo dall'8,5% indicato in precedenza. La Banca tuttavia insiste sulla necessità di riequilibrare la crescita, riducendo la sua dipendenza dalle esportazioni. «Il fallimento nel riequilibrio del modello di crescita cinese é uno dei rischi maggiori a breve termine, sia per la Cina che per l'economia mondiale».
Secondo la Banca Mondiale le partite correnti cinesi mostreranno inoltre un surplus in crescita a 320 miliardi di dollari nel 2010, contro 260 miliardi della precedente stime, mentre per il 2011 il surplus potrebbe ampliarsi a 356 miliardi di dollari. Le riserve in valuta estera saliranno per fine anno a 2.765 miliardi di dollari da 2.705 miliardi della stima precedente, mentre i tassi di interesse cinesi hanno bisogno di crescere ancora, secondo la Banca che ritiene anche che la liquidità internazionale sia messa a dura prova della politica monetaria cinese. Secondo l'economista della Banca Mondiale, Ardo Hansson la Cina dovrebbe stabilire il valore dello yuan contro un paniere di divise, piuttosto che sulla base di scambi bilaterale e recenti segnali nella fluttuazione dei tassi di cambio dello yuan suggeriscono che la Cina potrebbe muoversi questa direzione.
Il rapporto é pubblicato una settimana prima del summit del G20 in programma a Seul l'11 e il 12 novembre in cui i Paesi progrediti e quelli emergenti del pianeta cercheranno di evitare una "guerra delle valute". A questo proposito, il presidente sud-coreano Lee Myung-Baka ha detto questa mattina di attendersi che la Cina cooperi alla riduzione degli squilibri economici mondiali e alla risoluzione di altre questioni spinose. Secondo Myung-Bak, Pechino sa che «una crescita mondiale equilibrata é benefica per tutti i Paesi. Sono certo che la Cina darà prova di cooperazione quando affronteremo i problemi sul tappeto al G20».