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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2010 alle ore 10:57.
La produzione industriale spagnola é tornata in negativo, scendendo a settembre dell'1,4% su base annua (dati depurati della stagionalità). Gli analisti si aspettavano un incremento dello 0,8%, dopo il +1,6% messo a segno ad agosto (cifra rivista al rialzo dal +1,4% iniziale ). In luglio la produzione era invece scesa dello 0,1%, dopo quattro mesi consecutivi di crescita. Il calo investe principalmente il settore dei beni durevoli (-11,3%) e quello dei beni di investimento (-6,6%).
L'economia della Spagna sta faticosamente uscendo da 18 mesi di recessione, ma gli analisti temono che le dure misure di austerità decise dal governo per frenare il deficit possano riportare il Pil sotto lo zero. La Banca di Spagna ha fatto sapere che l'economia sarà stagnante nel terzo trimestre, dopo il +0,2% dei precedenti tre mesi.
Notizie per una volta poco brillanti arrivano anche dalla Germania, dove gli ordini all'industria sono calati del 4% nel mese di settembre, facendo peggio di quanto avevano previsto gli analisti. Il calo é successivo al forte incremento degli ordini del 3,5% in agosto e offre nuova evidenza del fatto che il recupero economico in Germania ha preso un ritmo significativamente più blando. «La dinamica rialzista degli ordini manifatturieri si é indebolita, come previsto dopo il boom nel primo semestre dell'anno - ha scritto il ministero in un comunicato - La tendenza, per i grandi ordini almeno, é però rimasta rialzista». Il calo di settembre é stato determinato in buona parte della flessione del 6,6% degli ordini esteri, con un declino del 13,3% per i paesi che utilizzano l'euro.
Calano, a settembre, anche le vendite al dettaglio nell'Eurozona: -0,2% a livello mensile, -1,1% su base annua. Il calo congiunturale rappresenta il secondo ribasso consecutivo - dopo tre mesi di crescita - e risulta peggiore delle attese degli analisti che avevano previsto un rialzo dello 0,2%.
Prosegue la corsa all'oro. Continua intanto la corsa dell'oro. Il metallo giallo beneficia delle ultime decisioni della Fed e prosegue la sua tendenza al rialzo interrotta solo per qualche tempo nelle ultime settimane. Dopo aver segnato un record per le consegne a dicembre a 1.394,40 dollari l'oncia l'oro ha leggermente ripiegato a 1.388,72 dollari l'oncia. Il precedente picco era stato toccato lo scorso 19 ottobre a 1.388 dollari. La spinta arriva sempre dalla debolezza della valuta Usa.