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Economia Politica economica

Salta la proroga della detrazione del 55% per la riqualificazione energetica degli edifici. Per i Verdi a rischio molti posti nella green economy

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 10:01.

È saltata la proroga al 2011 della detrazione Irpef del 55% sulle spese per l'efficientamento energetico degli edifici. La misura doveva essere introdotta nella legge di stabilità (ex Finanziaria) dal maximendamento del Governo. Una misura, sollecitata anche dalle file di Futuro e libertà, che è stata cassata per la ristrettezza delle coperture individuate per il maxiemendamento: i 5,5 miliardi invece dei sette necessari, non hanno consentito la proroga dell'incentivo fiscale per i lavori finalizzati al miglioramento dell'efficienza energetica delle case attraverso la riqualificazione degli edifici, la sostituzione di finestre, infissi, pavimenti o impianti di climatizzazione o l'installazione di pannelli solari. Un bonus in vigore fino alla fine del 2010 che non è cumulabile con altri incentivi riconosciuti a livello locale o dalla Comunità europea per gli stessi interventi.

Intanto è stato riammesso l'emendamento del Pd alla Finanziaria a firma della capogruppo in commissione Ambiente, Raffaella Mariani, che prevede un bonus del 55% per le ristrutturazioni edilizie eco-compatibili. Alle 18 scade, invece, il termine per i sub-emendamenti al maxi-emendamento presentato ieri dal governo e contenente le misure per lo sviluppo.

Pier Luigi Bersani ha criticato la scelta del Governo di non prorogare le detrazioni del 55% previste per gli interventi edilizi per il risparmio energetico. «Trovo francamente demenziale una scelta di questo genere», ha detto il leader del Pd.

Per caldeggiare la proroga per «una misura di buon senso» era sceso in campo anche il Fli con il vicecapogruppo vicario alla Camera, Benedetto Della Vedova. «Si tratta di una misura che funziona egregiamente - ha sottolineato Della Vedova - che incentiva un pezzo di economia importante in modo virtuoso, con risultati straordinari in termini di risparmio energetico, che provoca l'emersione dal nero in un settore che, come l'edilizia, notoriamente vi fa ricorso anche nel nord Italia. È una misura virtuosa che chiediamo venga rifinanziata». Secondo i calcoli del Fli il costo della misura è di circa 400 milioni, «ma gli analisti ci spiegano che se uno allarga un po' i conti si accorge che la misura sostanzialmente non ha costo, nel senso che poi è difficile seguire tutti i rivoli che poi ritornano alle finanze pubbliche». I dati dell'Enea segnalano che tra il 2007 e il 2009 i privati hanno investito 7,9 miliardi per effettuare interventi agevolati (infissi isolanti, caldaie a condensazione, panelli solari, coibentazioni). Alla fine del 2010, si stima, il totale arriverà a 11,1 miliardi, che corrispondono a 6,1 miliardi di detrazioni.

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Per il presidente nazionale dei Verdi per la Costituente ecologista, Angelo Bonelli, il taglio del bonus fiscali del 55% per le eco-ristrutturazioni è «il colpo mortale alla modernizzazione del Paese e mette a rischio decine di migliaia di posti di lavoro legati alla green economy». Il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza si chiede come è possibile cancellare «un provvedimento virtuoso che ha creato lavoro, permesso di ridurre le bollette energetiche, riqualificato case e edifici? Le detrazioni del 55% per gli interventi di efficienza energetica in edilizia sono sicuramente il più lungimirante intervento di sviluppo sostenibile introdotto negli ultimi anni in Italia».

Quella di non prorogare il bonus energetico è «una decisione grave per tutta la filiera industriale italiana delle costruzioni, ma ancora di più un errore per l'intero Paese, sia nell'immediato che in una prospettiva di lungo periodo», ha commentato Cirino Mendola, presidente di Confindustria Finco. «Le conseguenze per il sistema industriale si noteranno già nel breve periodo, anche sotto il profilo del bilancio. A ciò si aggiunge, ovviamente, l'impatto che il mancato rinnovo avrà su ambiente, occupazione e impulso tecnologico».

«Un dietrofront inspiegabile del governo, che rischia di mettere ulteriormente in ginocchio il sistema industriale», secondo Rosario Messina, presidente di FederlegnoArredo, la decisione di togliere dal maxiemendamento alla Finanziaria 2011 la proroga alle detrazioni del 55% per gli interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico degli edifici. «Si tratta di una decisione grave - prosegue Rosario Messina - che mette a rischio oltre 8.000 posti di lavoro solo nel comparto dei serramenti e colpisce pesantemente il rilancio dei consumi e di conseguenza lo sviluppo delle aziende. Non riteniamo giustificabile eliminare misure così importanti per rivitalizzare il sistema proprio in un momento di crisi e instabilità dei mercati. La decisione appare ancor più grave e incomprensibile alla luce dei risultati positivi finora registrati grazie a questa misura, in particolare a sostegno del processo di emersione dell'economia».

«Il bonus del 55% per la riqualificazione energetica è uno strumento di rilancio strategico per il comparto dei serramenti e per l'intero settore - afferma Alberto Lualdi, presidente di EdilegnoArredo - una scelta necessaria per riqualificare il patrimonio immobiliare italiano e ridurre le emissioni di CO2 nell'atmosfera». A breve FederlegnoArredo e UNCSAAL presenteranno al Governo una mozione congiunta per il ripristino di tale misura.

«Conviene anche al fisco e alle entrate dello Stato - sottolinea Lo dice in una nota Fulvio Giacomassi, segretario confederale Cisl - mantenere e consolidare la detrazione fiscale del 55% sulle spese sostenute per il miglioramento dell'efficienza energetica nelle abitazioni private. Sono diversi, infatti, gli studi e i riscontri documentali, pubblicati anche dall'Enea , che il meccanismo del 55% recupera tramite l'Iva, i contributi e le tasse versate, anche importanti risorse finanziarie alle casse dello Stato sottratti al lavoro nero».

Sono moltissimi i contribuenti che hanno scelto di ristrutturare casa o cambiare la caldaia effettuando interventi diretti al risparmio energetico da aprile 2007 a oggi. Interventi che fra le altre consentono di ridurre di molte tonnellate le emissioni annue di anidride carbonica (una riduzione calcolata in poco meno di 200mila tonnellate l'anno). Fra i più gettonati le coibentazioni (infissi e pannelli isolanti a pareti e soffitti) e la sostituzione delle vecchie caldaie. Ma è possibile anche la riqualificazione globale dell'edificio e l'installazione di pannelli solari per l'acqua calda.

Una misura che ieri il ministro dell'Ambiente Prestigiacomo «aveva garantito nel corso dell'audizione», accusa Raffaella Mariani, capogruppo del Pd in commissione Ambiente, ma che nella serata è stata «clamorosamente smentita dal vice ministro all'Economia Vegas. «Il governo con questo modo di procedere incerto e contraddittorio - ha detto l'onorevole Mariani - continua a colpire migliaia di imprese e cittadini, oltre che confermare ogni volta il disprezzo per politiche positive per l`ambiente».

«In questi anni - spiega il deputato del Pd Ermete Realacci - questa misura è stata utilizzata da oltre 840mila famiglie italiane o piccole imprese italiane, ha prodotto un giro d'affari di oltre 11 miliardi di euro, non solo l'edilizia ma anche l'indotto, un settore norme di piccole e medie imprese che si sono qualificate in un settore strategico come quello della green economy e che oggi sarebbero morta, mente ferite dall'eliminazione. Si pensi solo che in Lombardia a fronte di 140mila famiglie che hanno utilizzato il bonus fiscale, il numero delle 189 domande in tutta la regione presentate per il piano casa».

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