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Economia Politica economica

Il G20 termina con rassicurazioni per i mercati ma senza accordo su monete e surplus commerciali

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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 08:52.

Paura per i titoli di Stato europei. Dal G20 di Seul i ministri dell'economia gettano acqua sul fuoco (di Isabella Bufacchi)

Dal G20 ok definitivo a Basilea 3. A Draghi mandato a completare la lista delle banche a rischio sistemico

I leader del G20 hanno raggiunto «un ampio accordo» per imboccare la strada della ripresa dell'economia mondiale, dice il presidente americano Barack Obama, da Seul. Ma le posizioni sono ancora distanti sulla guerra delle valute. «Le posizioni sono ancora molto distanti soprattutto per la chiusura dei cinesi» è la sintesi di alcuni sherpa riuniti al capezzale delle monete impazzite e degli squilibri globali. Toccherà alla prossima presidenza francese riavvicinarle. E trasfomare gli impegni di cui si parla nel documento finale in azioni politiche concrete. Impresa non da poco. Anche se stamane a Seul Sarkozy si è detto molto ottimista.

Nel comunicato finale del G20 i leader avvertono che «restano rischi» per la ripresa dell'economia globale e che «azioni politiche non coordinate possono solo portare a conseguenze peggiori per tutti». I leader del G20, senza guizzi eccessivi né soluzioni draconiane, rilanciano la necessità per le «economie avanzate» di risanare i bilanci pubblici deteriorati dalla crisi, attuando «piani a medio termine chiari, credibili, ambiziosi e differenziati a seconda delle condizioni di ciascun Paese». «Siamo consapevoli dei rischi che lo sforzo contemporaneo di risanamento pone alla ripresa globale - si legge nelle conclusioni del summit - e del rischio che il fallimento nell'attuazione del risanamento, laddove immediatamente necessario, possa indebolire la fiducia e la crescita».

Un piano di «Azione di Seul» per sostenere gli obiettivi di una crescita «forte, sostenuta e equilibrata». È quanto lanciato dal summit sudcoreano che ha messo a punto «cinque aree di intervento»: dalle politiche monetarie a quelle commerciali e di sviluppo, dal risanamento dei bilanci alle riforme finanziarie e strutturali. «Abbiamo costruito tale Piano con unità di intenti per assicurare un forte impegno a cooperare, produrre un piano orientato all'azione con gli impegni politici di ciascun paese e raggiungere i nostri tre obiettivi di crescita forte, sostenibile ed equilibrita», si legge nella dichiarazione finale del summit. Ecco le cinque aree di intervento :

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Politiche monetarie e tasso di cambio
Si ribadisce l'impegno ad «assicurare la stabilità dei prezzi e contribuire così alla ripresa» e ci «muoveremo verso tassi più basati sul mercato e che derivino dagli andamenti economici» scrivono ribadendo l'impegno ad «astenersi dalle svalutazioni competitive». «Daremo nuova linfa ai nostri sforzi volti a promuovere un sistema monetario internazionale stabile e ben funzionante e facciamo appello - si legge nel documento - al Fondo monetario internazionale perché approfondisca il suo lavoro in tale aree.

Politiche commerciali e di sviluppo
Si ribadisce l'impegno per il libero scambio e dei flussi di investimento. «Ci asterremo dall'introdurre azioni commerciali protezionistiche di qualsiasi genere» alle quali «ci opporremo», prosegue il documento che rilancia anche la necessità di una ripresa e rapida concluse dei negoziati di Doha.

Risanamento di bilancio
Il G20 impegna le economie avanzate a «redigere e attuare piani a medio termine di risanamento dei bilanci chiari, credibili, ambiziosi, che aiutino la crescita, in linea con gli impegni di Toronto e differenziati a seconda delle condizioni di ciascun paese: siamo consapevoli - ribadisce il G20 - dei rischi rischi che lo sforzo contemporaneo di risanamento pone alla ripresa globale e del rischio che il fallimento nell'attuazione del risanamento, laddove immediatamente necessario, possa indebolire la fiducia e la crescita».

Riforme finanziarie
Impegno ad «agire a livello nazionale ed internazionale per innalzare gli standard e garantire che le nostre autorità nazionali attuino gli standard globali definiti fino ad oggi, in modo coerente. «Attueremo i nuovi standard di capitale e liquidità per le banche e affronteremo problemi dei soggetti finanziari troppo grandi per fallire».

Riforme strutturali
Il G20 rilancia la necessità di riforma per sostenere la domanda mondiale. Nel documento si citano, in particolare, il mercato dei prodotti, le riforme del mercato del lavoro, quella fiscale, la crescita verde, riforme per ridurre la dipendenza dalla domanda esterna, quelle per rafforzare le reti si sicurezza e investimenti in infrastrutture per «far fronte alle strozzature»

Squilibri commerciali e delle partite correnti
Promuovere politiche per ridurre quelli eccessivi. Si da mandato ad un Gruppo di lavoro di definire le linee guida da sottoporre ai ministri Finanziari. Fissando la prima verifica del percorso a 'metà 2011', sotto la presidenza francese.

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