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Questo articolo è stato pubblicato il 17 gennaio 2011 alle ore 11:56.
Se internet diventa un laboratorio per la ricerca scientifica, Google Science Fair è una gara per scoprire i giovani inventori fin dai primi passi. Anzi, primissimi passi. Si tratta di una competizione per ragazzi fra i 13 e i 18 anni aperta in quasi tutte le nazioni del mondo, Italia inclusa: i partecipanti devono proporre un'idea e spiegarla attraverso un sito web. L'unica lingua ammessa per le descrizioni è l'inglese. A maggio saranno selezionate sessanta proposte nel mondo.
Il vincitore avrà un premio in denaro di 50mila euro che, sottolinea Google, "è destinato per l'istruzione del finalista": riceverà anche un mosaico Lego, un viaggio di dieci giorni organizzato dal National Geographic e una visita nelle sedi delle organizzazioni che sostengono Science Fair (Cern, Google, Lego e Scientific American). Al secondo e al terzo classificato andranno ciascuno 25mila dollari e altri regali. A valutare i giovani talenti sarà una giuria che include due celebrità della tecnologia: il pioniere di internet Vinton Cerf e Peter Norvig, responsabile della ricerca di Google.
Da tempo internet ha moltiplicato le strade per trovare idee che talvolta possono diventare opportunità per le aziende. L'ultima piattaforma arrivata online è OpenInvo: punta a facilitare le connessioni tra chi vuole offrire un'intuizione e chi è ha bisogno di spunti creativi. Ha sede a New York. E segue la scia del crowdsourcing: chiedere il supporto del pubblico online o di nicchie specializzate, in modo gratuito o a pagamento. Finora il principale successo per la collaborazione tra ricercatori scientifici e aziende è stato Innocentive.