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Questo articolo è stato pubblicato il 11 gennaio 2011 alle ore 10:20.
Il reddito disponibile delle famiglie italiane nel terzo trimestre del 2010 è rimasto invariato rispetto ai tre mesi precedenti, mentre è calata la propensione al risparmio. In crescita invece sempre nel terzo trimestre 2010 la redditività delle società non finanziarie. Lo comunica l'Istat segnalando inoltre che il potere d'acquisto, vale a dire il reddito disponibile in termini reali, è diminuito dello 0,5% sia rispetto al trimestre precedente che al terzo trimestre 2009. Nel complesso da gennaio a settembre 2010, le famiglie italiane hanno subito una riduzione del loro potere d'acquisto dell'1,2% rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente; nei primi nove mesi del 2009 la perdita di potere d'acquisto era stata molto più incisiva e pari al 3,2 per cento.
In calo la propensione al risparmio
Nel trimestre del 2010 la propensione al risparmio delle famiglie è stata pari al 12,1%, in diminuzione di 0,7 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,9 punti percentuali rispetto al terzo trimestre del 2009. La flessione del tasso di risparmio è il risultato, spiega l'Istat, «di una stasi del reddito disponibile, cui si accompagna una dinamica positiva della spesa per consumi». Infatti il reddito disponibile delle famiglie nel terzo trimestre 2010 non si è modificato rispetto al trimestre precedente, mentre la spesa delle famiglie per consumi finali ha segnato un aumento dello 0,8 per cento. Rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, il reddito disponibile delle famiglie in valori correnti è aumentato dell'1,4 per cento, a fronte di un incremento del 2,4 per cento della spesa delle famiglie per consumi finali.
In crescita gli investimenti delle famiglie
Sempre secondo l'Istat, nel terzo trimestre 2010, il tasso d'investimento delle famiglie si è attestato all'8,8 per cento, superiore di appena 0,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 0,3 punti percentuali rispetto al terzo trimestre dell'anno precedente. Gli investimenti delle famiglie sono infatti aumentati solo dello 0,6 per cento rispetto al trimestre precedente, mentre hanno mostrato una dinamica più vivace in termini tendenziali (+4,7 per cento)