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Questo articolo è stato pubblicato il 21 gennaio 2011 alle ore 17:21.
Per un vecchio "lupo" della finanza che lascia, Paul Volcker, un big della corporate America sale sul palcoscenico. Il presidente, di mezzo mandato, Barack Obama ha chiamato al capezzale dell'economia Usa Jeffrey Robert, detto "Jeff", Immelt. Il ceo, nonché presidente, della General Electric sarà il boss del nuovo Consiglio per l'occupazione e la competitività. Cioè, il comitato che andrà a sostituire proprio quel "trust" (il Consiglio per la ripresa economica) cui Volcker era a capo.
Nel solito comunicato stampa-fervorino, tipico di queste occasioni, Obama ha indicato il capo di GE come l'uomo «la cui esperienza» e «la comprensione del ruolo cruciale del privato nella creazione di posti di lavoro», permetteranno di dare la giusta spinta per contrastare la disoccupazione. Si sa: il grande cruccio di Washington, in questo momento, è la recessione umana, cioè la ripresa economica senza nuovi posti di lavoro. L'enorme dispiegamento di forze monetarie, disposto dalla Federal reserve, non sembra dare i suoi frutti. Quindi: bisogna correre ai ripari. Cercare un uomo d'industria con l'allure del vincente ma legato alla realtà, consapevole dei problemi di Main Street. Chi meglio di Immelt, si devono essere detti alla casa Bianca.
Le critiche a Obama
A dire il vero, di recente, "Jeff" non è stato troppo tenero nei confronti dell'amministrazione Obama. In quel di Roma, secondo il Financial Times (anche se, al solito, è arrivata la smentita), durante una cena avrebbe bocciato la riforma di Wall Street («porterà una ripresa tiepida») e avrebbe criticato la mancanza di «coordinamento tra governo e imprese Usa», le cui esportazioni «sono patetiche». Più esplicitamente, durante una chiaccherata con il New York Times, Mr GE ha riconosciuto gli iniziali sforzi di Washington sul fronte delle energie alternative (business su cui conglomerata di Fairfield punta molto) ma ha anche denunciato che «non basta, che bisogna fare molto di più».
Volcker mai in sintonia
Già: fare di più. È un po' la critica piovuta addosso a Obama da molte parti negli ultimi mesi. Certo, fin dall'inizio si sapeva che le promesse della campagna presidenziale non sarebbero state mantenute in toto. E tuttavia i troppi compromessi, soprattutto con le lobby bancarie di Wall Street, hanno deluso. In particolare quello stesso Volcker che, alle spalle l'esperienza di capo della Fed sotto i Jimmy Carter e Ronald Reagan, più volte ha indicato la strada maestra per eliminare una della cause della crisi. Cioè, imporre agli istituti finanziari la separazione tra l'attività di investment banking e commercial banking. Un suggerimento inascoltato, caduto nel vuoto, anche per l'ostruzionismo del giovane, e rampante, segretario del Tesoro Timothy Geithner.