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Questo articolo è stato pubblicato il 15 febbraio 2011 alle ore 10:01.
C'è un po' di delusione tra gli operatori del mercato. L'attesa per la crescita, meglio dire rimonta (visto il baratro da cui si partiva) , del Pil nell'Eurozona dell'ultimo trimestre 2010 era per un incremento dello 0,4 per cento. La stima flash, che non prevede uno spaccato dei movimenti nei vari settori, invece ha indicato un aumento dello 0,3 per cento. Si tratta di un numero che, confermato anche al livello dei singoli paesi europei, ha in parte "dispiegato" i suoi effetti sulla moneta unica europea. L'euro infatti, balzato sulla scia della decisione della banca centrale svedese di alzare i tassi d'interesse, ha un po' ridotto la sua "euforia", rimanendo comunque sopra 1,35 verso il dollaro.
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L'Italia rallenta nel quarto trimestre
Tornando sul fronte macro, in Italia la crescita del Pil nel quarto trimestre ha rallentato, mentre è migliorata su base annua. Nel periodo compreso tra ottobre e dicembre 2010, il Prodotto interno lordo corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,1% rispetto al trimestre precedente. Il consensus indicava un incremento dello 0,2 per cento. Rispetto, invece, al quarto trimestre 2009 l'incremento è dell'1,3% per cento.
L'aumento congiunturale del Pil, spiega l'Istat, è il risultato di un aumento del valore aggiunto dell'agricoltura e dei servizi e di una diminuzione del valore aggiunto dell'industria. Il quarto trimestre del 2010 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e lo stesso numero di giornate lavorative rispetto al quarto trimestre 2009. Sull'intero 2010 il Pil è salito dell'1,1 per cento. Il 2009 si era chiuso con una contrazione dell'economia del 5,1 per cento.
L'andamento dell'economia nello scorso anno sembra accontentare il ministro dell'economia Giulio Tremonti: «Siamo contenti della crescita del Pil all'1,1%», ha detto per poi aggiungere: «ma dobbiamo fare molto di più». Quel di più è puntualmente individuato da Enrico Giovannini, presidente dell'Istat: «La strada per riportarci sui livelli pre-crisi - ha sottolineato - è lunga». Il dato di oggi «è abbastanza in linea con le attese: chiudere il quarto trimestre positivamente non era facile». Giovannini ha ricordato che non spetta all'Istat fare previsioni, ma ha aggiunto che «per tornare ai livelli pre-crisi, nella migliore delle ipotesi, secondo alcuni ci vorranno numerosi trimestri, secondo altri alcuni anni».