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Questo articolo è stato pubblicato il 08 febbraio 2011 alle ore 12:50.
Nel primo trimestre di quest'anno il pil francese crescerà dello 0,8%, mettendo a segno l'incremento più consistente dall'uscita del paese dalla recessione, avvenuta nella primavera del 2009. È quanto emerge dal rapporto mensile sulla congiuntura diffuso oggi dalla Banque de France, che per gennaio evidenzia una netta accelerazione dell'attività industriale e un'intensificazione dell'attività dei servizi.
Patto per la competitività in Francia (di Marco Moussanet)
Meno stato, più mercato per rilanciare la Francia (a colloquio con Nicolas Baverez)
Le previsioni dell'Istituto guidato dal 2003 da Christian Noyer appaiono decisamente più ottimistiche di quelle pubblicate a dicembre dall'Insee, l'istituto di statistica francese, che puntavano su un rallentamento del Pil allo 0,3% nella prima frazione di quest'anno e allo 0,4% nella seconda. Sempre secondo la Banca di Francia, nell'intero 2011 la crescita transalpina si dovrebbe attestare attorno al 2%, dall'1,5% stimato per il 2010. Un livello - su cui è disposto a scommettere anche il governo - che viene giudicato anche in questo caso troppo ottimista dagli economisti, a cominciare da quelli del Fondo monetario internazionale che nell'aggiornamento del World economic outlook del 25 gennaio scorso hanno confermato la crescita del pil francese all'1,6% (+1,8% nel 2012).
Produzione industriale in netto miglioramento
In netto miglioramento, invece, la situazione del comparto produttivo. Dopo il calo registrato a ottobre (-0,8%), la produzione industriale è tornata a crescere mettendo a segno a novembre un rialzo del 2,3% (+2,2% la sola produzione manifatturiera), più del doppio di quanto avevano pronosticato gli economisti (1%). Buone prospettive anche per i mesi a venire visto il balzo registrato dagli ordini all'industria (+2,9%, a novembre, dopo un aumento dello 0,3% segnato nel mese di ottobre) e l'ennesimo aumento dell'indice sul clima di fiducia delle imprese, passato a gennaio da 100 a quota 106 punti. L'ottimismo degli imprenditori emerge anche dal nuovo record storico stabilito nel 2010: il numero di nuove imprese ha toccato quota 622.039 (+7,2% su base annua), grazie anche al nuovo regime dell'auto-entrepreneur (per le micro-imprese), in vigore dal primo gennaio del 2009.