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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2011 alle ore 20:46.
Ricomincia a correre il traffico container nel mondo, che segna tassi di crescita notevoli in Europa mentre l'Italia riparte ma a ritmi minori, perché alcuni porti nazionali hanno avuto un 2010 col segno meno o, comunque, con crescite modeste. L'indicazione emerge da una stima elaborata da Ihs Fairplay, società tedesca di studi statistici, e presentata all'assemblea di Spediporto, l'associazione spedizionieri, trasportatori e corrieri di Genova che, con 586 aziende e 3 miliardi di fatturato, è la più importante realtà associativa territoriale dell'import-export di merci. I dati degli spedizionieri genovesi, peraltro, sono in linea con uno studio sul settore, pubblicato proprio ieri dal centro ricerche della Deutsche Bank.
Tuttavia sulle ottimistiche previsioni del mercato, con un orizzonte ai prossimi 4-5 anni, si inseriscono le ipoteche legate alla situazione in Nord Africa e Medio Oriente, unite alle incognite dell'incidente nucleare in Giappone che potrà provocare allerte radioattive su container provenienti da porti giapponesi e cinesi.
Secondo la stima di Fairplay, dunque, a livello globale il traffico contenitori nel 2010 si è attestato intorno ai 115 milioni di teu (container da 20 piedi), con una crescita dell'11,7% rispetto ai 103 milioni movimentati nel 2009 e con una previsione di incremento medio, per anno, nei prossimi cinque anni, del 6,3%. Anche nel 2010, come in precedenza, il continente asiatico si è confermato in pole position, con oltre 30 milioni di contenitori movimentati da e per i suoi porti, detenendo il 26,1% del mercato complessivo.
In Europa, nel 2010, il traffico contenitori è stato pari a 70 milioni di teu, in crescita del 18,6% rispetto ai 59 milioni movimentati nel 2009. In Italia, invece, nel 2010 si sono registrati traffici pari a 9,8 milioni di teu, in aumento del 3,1% rispetto al 2009. Una media decisamente più bassa rispetto all'Europa. Genova, il principale porto italiano, ha però avuto un ritmo di crescita a due cifre, arrivando a registrare, a fine 2010, un +14,7% per il traffico contenitori.
La ricerca di Deutsche Bank fa previsioni, a livello mondiale, ancora più ottimistiche di Fairplay. Prefigura, nel 2011, una crescita della movimentazione di container del 7% e una media di +7-8% l'anno fino al 2015.
D'altra parte, fa notare Roberta Oliaro, presidente di Spediporto, «il generale ottimismo registrato tra la fine del 2010 e il primo mese del 2011, risente oggi di più caute valutazioni dovute alla delicatissima situazione che si registra in Nord Africa, le cui evoluzioni potrebbero modificare e condizionare, in modo rilevante, la geografia logistica nel Mediterraneo e nel mondo. Non bisogna dimenticare, infatti, che nel 2009 il volume d'affari legato all'interscambio dell'Europa a 17 e i Paesi Nordafricani (Algeria, Egitto, Libia, Marocco e Tunisia) è stato pari a circa 209 miliardi di dollari, ossia il 4% del volume complessivo degli scambi commerciali dell'Ue a 17».
Riguardo al Giappone, poi, Giampaolo Botta, direttore generale di Spediporto, spiega che «sono prevedibili allerte di tipo sanitario con controlli radiometrici su container in arrivo dal Giappone ma anche dalla Cina».
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