Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 12 luglio 2011 alle ore 10:27.

My24
Shopping all'estero dei cantieri italiani (Corbis)Shopping all'estero dei cantieri italiani (Corbis)

Mentre il settore delle costruzioni navali, in Italia come in Europa, è attraversato da una crisi determinata dal dimezzamento degli ordini, i principali cantieri italiani di riparazioni navali hanno puntato sull'acquisizione di bacini all'estero per incrementare le commesse.
La genovese San Giorgio del porto, giusto un anno fa, si è aggiudicata la concessione quindicennale di due bacini di carenaggio a Marsiglia (uno da 250 e l'altro da 320 metri di lunghezza). E ora mira ad acquisire, sempre nel porto marsigliese, un altro bacino, il più grande del Mediterraneo (465 metri per 80), che si trova proprio vicino agli altri due. In questi giorni, in effetti, la port Authority di Marsiglia sta avviando la gara per selezionare il gestore della struttura in questione. «Si tratta – spiega Ferdinando Garrè, alla guida di San Giorgio – del bacino numero 10 del porto di Marsiglia ed è attualmente fuori uso. Esiste il progetto della Port authority di darlo in concessione e noi siamo interessati. Ovviamente dobbiamo capire in che termini verrà impostata la gara. Ma tutto dovrebbe essere chiaro entro la fine di questo mese».

L'esigenza dell'azienda, prosegue Garrè, «è di stare sul mercato internazionale: il nostro target sono le riparazioni e le conversioni di navi di grandi dimensioni, unità da crociera, gasiere, chimichiere, cruise-ferry. Si tratta di navi che, più di altre, hanno bisogno di tempi certi per la consegna e manodopera specializzata. Tenendo conto che noi, ovviamente, abbiamo costi più alti dei cantieri dell'Est o della Turchia». In circa un anno di attività, il sito marsigliese, per il quale la San Giorgio ha avviato un piano di investimenti di 5 milioni, ha acquisito 18 commesse; di queste, sette sono navi da crociera. «Il mercato delle riparazioni – aggiunge Garrè – in questo momento è tutt'altro che vivace. Per le navi da crociera la situazione è discreta. Invece il comparto delle navi commerciali soffre i noli bassi: gli armatori sono molto attenti e quindi risentiamo della concorrenza della Turchia che ha smesso di fare costruzioni e ha riconvertito molti cantieri alle riparazioni. In ogni caso, per quanto riguarda Marsiglia, abbiamo chiuso il 2010 con un fatturato di 10 milioni, in linea con le nostre previsioni».

Anche per Antonio Palumbo, ad dei cantieri omonimi, con siti a Napoli e Messina, è tempo di tracciare il bilancio, a un anno dall'acquisto (giugno 2010) dei bacini di Malta.
L'azienda napoletana ha ottenuto in concessione un'area di oltre 221mila metri quadrati e 2mila metri di banchine, con quattro bacini da 362, 262, 216 e 98 metri per le navi e due per i superyacht, uno da 160 e l'altro da 140 metri. «L'obiettivo, che stiamo raggiungendo – dice Palumbo – era di creare una piattaforma nel Mediterraneo per dare la possibilità agli armatori di eseguire lavori di riparazione in un punto strategico, senza consumare troppo carburante. Siamo riusciti ad avere un'occupazione del cantiere pari al 75-80%, con oltre 160 navi in un solo anno. Con questo sito, per noi si è aperto un orizzonte mondiale: abbiamo navi da Far East, Egitto, Tunisia, Libia, Turchia, India». Inoltre, operare a Malta, dove la manodopera costa meno che in Italia, afferma Palumbo, «ha generato ricadute positive anche sui nostri cantieri di Napoli e Messina, sui quali ora dirottiamo le navi di dimensioni minori». La crisi generale, conclude Palumbo, «si sente anche nel nostro settore. Per questo ero arrivato a Malta con una grande preoccupazione. Ora che è passato un anno, però, posso dire di essere piuttosto soddisfatto».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi

301 Moved Permanently

Moved Permanently

The document has moved here.