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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2011 alle ore 09:45.

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Nautica, il piano del Governo piace agli operatoriNautica, il piano del Governo piace agli operatori

«Dopo due anni difficilissimi, il Governo ha finalmente tracciato una politica per la nautica». Così Anton Francesco Albertoni, presidente di Ucina, la Confindustria della nautica, valuta i provvedimenti per il settore, contenuti nel Decreto sviluppo, varato la scorsa settimana dall'Esecutivo. La norma prevede semplificazioni nella gestione amministrativa delle navi da diporto; l'eliminazione della licenza edilizia per i pontili galleggianti; la destinazione al diporto delle aree inutilizzate nei bacini portuali esistenti; una nuova regolamentazione per le concessioni portuali turistiche e la semplificazione delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali.

La normativa giunge in un momento non facile per il comparto. Dati recentissimi, ha spiegato ieri Albertoni, testimoniano, infatti, che il calo di fatturato della nautica nel 2010, sul 2009, «purtroppo, è una certezza e, secondo le prime stime, si aggira tra il 15 e il 20%; che, sommato al 31,3% del 2009 sul 2008, sfiora un -50% in due anni: una "botta" non indifferente per noi. Nei primi mesi del 2011 abbiamo, però, registrato un'inversione di tendenza, grazie alla forte spinta all'internazionalizzazione, da noi favorita: l'export del settore non è mai stato così forte.

Ci auguriamo che questa tendenza positiva possa consolidarsi nel 2011, anche grazie alle novità introdotte dal Decreto Sviluppo, con il quale è stata finalmente dettata una linea politica importante per il rilancio della nautica». Avere una barca, «piccolissima, media o grande che sia – ha aggiunto Albertoni – non deve più essere una colpa. Ben vengano, dunque, un taglio alla burocrazia e le semplificazioni per creare posti barca a basso costo».

Fra le misure varate, ha proseguito il presidente Ucina, assumono un particolare rilievo le norme rivolte al rilancio della media e piccola nautica. In particolare, la destinazione al diporto delle aree inutilizzate dei bacini portuali esistenti e l'eliminazione della licenza edilizia per i pontili galleggianti: «Un'inutile duplicazione della concessione demaniale che, fino a oggi, ha frenato lo sviluppo di strutture a basso impatto e ha privato l'Erario dei corrispondenti oneri demaniali». Il rinvio a una regolamentazione omogenea in tema di concessioni portuali turistiche, da emanarsi ad opera della Conferenza Stato-Regioni, ha detto Albertoni, «consentirà poi di dare un assetto coerente a tutta la materia».

Ci sono, inoltre, le iniziative legate alle navi da diporto (maggiori di 24 metri) che, dice il numero uno di Ucina, «pongono rimedio a una grave lacuna del codice della nautica, che non considerava le grandi unità di cui l'Italia è il primo produttore mondiale. La semplificazione della loro gestione amministrativa consentirà di far tornare nel nostro Paese i grandi yacht, attraendo un indotto di centinaia di milioni l'anno, generato da gestione e manutenzione». Infine, la semplificazione delle autorizzazioni per i trasporti eccezionali, che per i cantieri sono la regola, «renderà i costi di movimentazione delle industrie nautiche italiane equiparabili a quelli delle aziende francesi e tedesche». (R.d.F.)

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