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Questo articolo è stato pubblicato il 10 maggio 2011 alle ore 09:45.

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Recupero lontano per i noliRecupero lontano per i noli

La ripresa dei noli marittimi non avverrà prima del 2013 e, per alcune tipologie di trasporto merci, potrebbe addirittura spostarsi tra il 2015 e il 2016. Una previsione su cui concordano sia armatori che mondo del credito, riuniti ieri, insieme ai broker, nella settima edizione di Mare Forum Italy, meeting internazionale del settore marittimo, organizzato a Sorrento dalla Giuseppe Bottiglieri shipping company.

Dall'incontro emerge un quadro del settore fatto di luci e ombre e una cautela generalizzata sulle previsioni per il 2011, anno iniziato all'insegna di variabili ancora non valutabili appieno, come il catastrofico terremoto in Giappone e le sommosse in Nord Africa. Senza contare il problema dei pirati al largo della Somalia, con 15 navi sequestrate dal settembre scorso e riscatti che, per una petroliera, si aggirano sui 5 milioni di dollari.

Proprio il fermo delle centrali nucleari in Giappone e la conseguente revisione, da parte di tanti Paesi, dei programmi sull'atomo, con una prevedibile maggiore richiesta di altre fonti di energia, come petrolio, gas e carbone, «dovrebbe – ha spiegato il presidente di Confitarma, Paolo d'Amico – dare un contributo, almeno temporaneo, a far ripartire lo shipping».

D'altro canto, rileva uno studio di UniCredit presentato nel corso del meeting, il comparto marittimo ha già risposto positivamente alla crisi del 2008 e 2009 per volumi e traffici trasportati. Non altrettanto, come si è accennato, per il valore dei noli, che resta basso a causa dell'oversupply della flotta, determinatosi con gli ordini di nuove navi, commissionati durante il boom precedente la crisi mondiale.

Sulla questione si è concentrato anche Giuseppe Bottiglieri, ricordando che, nel solo settore delle navi dry bulk (rinfuse secche), a fronte di una flotta mondiale di 7.528 portarinfuse, nel 2011 sono in ordine 1.196 unità (altre 348 sono già state consegnate nel corso dell'anno); nel 2012 l'orderbook ammonta a 1.216 unità; nel 2013 a 444; nel 2014 a 57 mentre nel 2015 (finalmente) si arriva a zero navi in ordine. Attualmente, inoltre, esistono al mondo 1.955 dry bulk con più di 20 anni, pari al 26% della flotta mondiale. «Occorre ridurre il portafoglio ordini, fermando le commesse di nuove navi – dice Bottiglieri – e incoraggiare le demolizioni delle navi con più di 20 anni. Chi utilizza quelle unità è uno spericolato. Peraltro, in una visione pessimistica, abbiamo di fronte altri cinque anni di noli bassi, prima di bilanciare nuovamente il mercato». Se, invece, si riuscissero a demolire le 1.955 navi con oltre 20 anni, «servirebbero due anni per ribilanciare il mercato», conclude l'armatore.

L'analisi di UniCredit sullo shipping, analizza la situazione differenziandola a seconda delle tipologie di merci trasportate. Secondo lo studio, riguardo alle rinfuse liquide (le quali, in termini di volume, rappresentano quasi il 43% delle merci trasportate vai mare), occorrerà attendere «il 2013-2015 per assistere a un pieno consolidamento del corso dei noli» per le tanker. Per allora, infatti «si prevede un riassorbimento dell'oversupply, connesso a una riduzione degli ordinativi che dovrebbe manifestarsi a partire dal 2012».

Per il segmento dei carichi secchi (dry bulk, pari al 40,7% del traffico totale), gli ordinativi di navi, rileva UniCredit, «restano elevati» e «un affettivo riequilibrio del mercato dei carichi secchi, in grado di sostenere una ripresa del corso dei noli, è atteso, secondo gli analisti, a partire dalla seconda metà del 2012 ai primi mesi del 2013». Per il mercato dei container (11,6% del traffico totale, ma con forte valore aggiunto), che nel 2010 ha riportato una ripresa «significativa, segnando, in termini di volumi, +12,3%» sul 2009, «permangono, tuttavia, problemi di oversupply che mantengono basso il livello dei noli. Per il 2011 si prevede un rallentamento dei tassi di crescita dei volumi trasportati, che dovrebbero attestarsi sul 7% medio annuo». Nonostante il periodo di congiuntura non semplice, ricorda Massimo Zanieri, alla guida dell'ufficio italiano Shipping finance di UniCredit, «in Italia, nel 2010, abbiamo chiuso operazioni di finanziamento navale per un ammontare di 390 milioni di euro».

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