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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 11:21.

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Gioia Tauro studia il rilancio logistico senza MaerskGioia Tauro studia il rilancio logistico senza Maersk

Gioia Tauro sempre meno porto di trasbordo e sempre più scalo gateway per import ed export, con forti attività retroportuali di logistica. Questo (possibile) futuro, incentrato su un accordo di programma quadro del valore di 459 milioni, sarà al centro dell'incontro che si tiene oggi tra Regione Calabria e Mct, la società, controllata da Contship Italia, che gestisce le banchine calabresi.

Il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti, intanto, si è accordato con il ministro dei Trasporti, Altero Matteoli e con quello dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, fissando per la prossima settimana un tavolo tecnico a Roma, per discutere approfonditamente di tutte le criticità del porto di Gioia Tauro e dello sviluppo dell'area industriale.

Il meeting di oggi, invece, è stato imposto dalla decisione, arrivata nei giorni scorsi da Maersk, di non scalare più Gioia Tauro, se non solo per una minima parte di traffico import-export. La compagnia danese numero uno al mondo nella movimentazione di container, infatti, (benché controlli il 33% di Mct) ha deciso di spostare i suoi traffici di transhipment verso i più convenienti porti nordafricani e su Malta. Che Maersk avesse intenzione di ridimensionare il suo impegno sulla Calabria era nell'aria; ma la "magnitudo" della decisione è diventata chiara (anche a Contship) solo nei giorni scorsi, quando i danesi hanno annunciato che taglieranno tutti i servizi di transhipment del porto.

Il meeting odierno fra Mct, rappresentato dall'ad Domenico Bagalà, e la Regione, con il vicepresidente Antonella Stasi, ha l'obiettivo di avviare un piano per evitare che l'addio di Maersk si trasformi in un'emergenza occupazionale devastante per la Calabria. Mct, alla vigilia della riunione, non rivela quali siano le soluzioni pensate per far fronte alla situazione. Tuttavia rumors lasciano intendere che l'azienda non sia intenzionata a chiedere aiuti economici alla Regione ma punti, invece, in accordo con quest'ultima, a favorire azioni indirizzate ad aumentare la funzionalità del retroporto.

Questo nell'ottica di far crescere i container che transitano nello scalo in import ed export, creando così una quota fissa di traffico più stabile di quello legato al trasbordo. La Regione, peraltro, appare in linea con questo obiettivo. «Stiamo puntando - spiega la Stasi - sulla logistica retroportuale per dare al porto un supporto più duraturo, anche sotto il profilo del lavoro, di quello garantito dal transhipment. A settembre 2010, con questo obiettivo, abbiamo firmato, con l'Autorità portuale, i ministeri dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture e Rfi, un accordo di programma quadro, per complessivi 459 milioni». Da parte sua, il presidente di Assoporti, Francesco Nerli, spiega: «A Gioia Tauro il problema è il costo del lavoro, l'organizzazione sociale e produttiva».
(R.d.F.)

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