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Questo articolo è stato pubblicato il 07 giugno 2011 alle ore 09:22.

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Fulvio Carlini (Multi Marine Services)Fulvio Carlini (Multi Marine Services)

Niente dazi doganali; tasse abbattute al punto di rasentare quasi lo zero per i primi anni di avvio delle attività; semplificazioni amministrative e previdenziali per assunzioni e contratti di dipendenti e, quindi, abbattimento del costo del lavoro; spazi e infrastrutture a disposizione per manipolare le merci nonché collegamenti stradali, ferroviari e aeroportuali.

Sono le facilitazioni che i concorrenti di Gioia Tauro, i porti di Malta, Port Said e Tanger Med, mettono a disposizione degli operatori nelle loro zone franche.
Malta, tra l'altro, offre, sugli investimenti, deduzioni e crediti sulla tassazione e una forte riduzione delle imposte sul reddito. Anche Port Said, che dispone di una zona franca di 729mila metri quadrati vicina allo scalo, mette sul piatto della bilancia condizioni simili e Tanger Med non è da meno.

A spiegare come funziona la zona franca di Tangeri è Fulvio Carlini, agente e operatore marittimo, alla guida della società Multi marine services, che trasporta merci via nave per alcune aziende situate nella free zone marocchina.
«Tanger Med - afferma - è nato come porto di transhipment, in una posizione geografica vantaggiosa, all'imbocco del Mediterraneo. La realizzazione del retroporto è frutto di un impegno molto costoso, perché, a differenza di Gioia Tauro, lo scalo non ha alle spalle una piana. La parte retrostante è stata quindi interamente scavata nella roccia e poi infrastrutturata con ferrovie e autostrade.

Non solo: Tanger Med offre spazi per container, merci varie, depositi petroliferi, traffico Ro-Ro. E ora lo scalo sarà ampliato con i terminal di Tanger Med 2». Carlini sottolinea che «alle spalle del porto hanno costruito un'ampia zona franca, di circa 800mila metri quadrati, dove è possibile aprire attività con vantaggi fiscali enormi. In primo luogo, vi possono trovare spazio aziende interamente estere.

Poi c'è il fatto che le norme marocchine per la costituzione di nuove società sono basate sul diritto francese e quindi di impronta occidentale. Inoltre, per alcuni anni, chi avvia un'impresa non paga imposte. Senza contare le semplificazioni amministrative per assunzioni e contratti, le facilitazioni sul costo del lavoro e i vantaggi previdenziali offerti.

Il Marocco è molto vicino all'Europa quanto a garanzie offerte ai lavoratori. Tuttavia il principio a cui si guarda è che chi crea business in quella zona debba lavorare a condizioni vantaggiose. Alle aziende che si propongono, ovviamente, viene chiesto un business plan; ma i progetti validi vengono aiutati. Perché il Marocco vuole che la gente vada lì a produrre». Un esempio di come possa funzionare la free zone per una grande impresa lo fornisce Renault. L'azienda automobilistica, spiega Carlini, «ha costruito uno stabilimento enorme per la costruzione di auto a Melloussa, in zona franca, al quale noi stiamo portando molti macchinari anche italiani.

Il sito è colegato con un'autostrada e una ferrovia a un terminal portuale dedicato. La produzione dovrebbe iniziare nel 2012 e, secondo quanto dicono i francesi, la fabbrica potrebbe arrivare a produrre, in breve tempo, 250mila vetture l'anno. Si tratta di auto con costi di fabbricazione moltointeressanti che, inizialmente dovevano essere destinate a Maghreb e West Africa, ma potrebbero anche prendere la strada dell'Europa». (R.d.F.)

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