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Questo articolo è stato pubblicato il 28 giugno 2011 alle ore 10:37.

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Cresce il traffico container nei porti italiani, anche se i principali scali hanno risentito della situazione di instabilità del Nord Africa.
I moli che segnano l'aumento più significativo del traffico contenitori, in termini percentuali, sono quelli dell'Adriatico: Venezia con 148mila teu (misura pari a un container da 20 piedi) registra una crescita del 26,4% rispetto allo stesso periodo del 2010. Trieste, invece, totalizza 113mila teu nel periodo (+24,3%), mentre Ravenna ha spostato 75mila teu (+22%).

Passando al Tirreno, Genova resta il porto gateway con il maggior volume di traffico container: 598mila teu tra gennaio e aprile 2011 con una crescita del 7,7% sul 2010. La previsione, per la fine dell'anno è di arrivare a 1,8 milioni di teu, pari al 2007, anno record prima della crisi mondiale. La Spezia conta, invece, 498mila teu ma una percentuale di crescita maggiore (+13,4%) del capoluogo ligure e un traffico complessivo di 5,65 milioni di tonnellate (+1% sul quadrimestre 2010). Per Savona (ma si tratta di una stima), gennaio-aprile registra una discesa dei container a 55mila teu (-23,1% ma tra gennaio e marzo era a -24%).

In crescita anche Livorno: nel primo trimestre il porto ha superato i 147mila teu (+6,3%) e una stima del quadrimestre prevede 214mila teu (+8,8%). Il porto di Napoli segna (anche questa è una stima) 179mila teu (+2,7%). Per quanto riguarda, infine, gli scali di transhipment, Gioia Tauro registra, tra gennaio e aprile, 969mila teu (+12,1%) ma il dato non comprende ancora l'addio al terminal, avvenuto in maggio, da parte del colosso danese Maersk, che rappresenta circa il 25% dei traffici movimentati a Gioia. Taranto conta 214mila teu (+16,4%) mentre Cagliari segna 201mila teu (-11,4%).

«Ciò che si sta verificando – dice Luigi Merlo, presidente dell'Autorità portuale di Genova – è un accorpamento delle linee, da parte delle grandi compagnie, che si incanala sui porti di maggiore importanza. Le società di navigazione cercano di concentrare gli scali ed è per questo che Zim ha lasciato, in parte, Livorno e Maersk ha fatto lo stesso con Gioia Tauro. A livello mondiale, la crescita del traffico container negli scali oscilla tra il 4 e il 7%. Quindi siamo contenti del +7,7% di Genova. D'altro canto, si tratta di una salita al rallentatore perché risente del contraccolpo del Nord Africa. A fine anno contiamo di raggiungere gli 1,8 milioni di teu movimentati. Saremmo arrivati a superare 1,9 milioni se non ci fosse stata la crisi nordafricana».

A Venezia, spiega il presidente della port Authority, Paolo Costa, «stanno avvenendo cambiamenti strutturali: il traffico industriale cala mentre il commerciale (in container, ndr) cresce. Anche se, riguardo a quest'ultimo, abbiamo qualche problema con la Grecia, tutto viene ampiamente compensato dalla linea diretta Venezia-Far East: l'aumento di teu è legato a questa e, fino a luglio, la crescita proseguirà».

Sui porti adriatici, comunque, preme la concorrenza di Capodistria che, nonostante con Fiume e i porti italiani faccia parte del Napa (North adriatic ports association), ha appena ottenuto dal governo sloveno il varo di un progetto di ampliamento da 280 a 404 ettari. (R.d.F.)

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