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Questo articolo è stato pubblicato il 04 febbraio 2013 alle ore 15:46.

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FRANCOFORTE – I critici della Federal Reserve in questo momento se la ridono molto per le imbarazzanti rivelazioni emerse riguardo alle valutazioni del rischio effettuate dalla Banca alla vigilia della crisi finanziaria. Per legge, la Fed è tenuta a pubblicare degli incontri svolti dal suo Comitato Federale del Mercato Aperto (Federal Open Market Committee -FOMC) a distanza di cinque anni.

Benché la crisi vera e propria non è esplosa prima del crollo della Lehman Brothers, nel settembre 2008, era già chiaro dall'estate del 2007 che c'era decisamente qualcosa di distorto sui mercati del credito, che cominciavano a comportarsi nei modi più strani. Tuttavia, con tutta evidenza, molti funzionari della Fed non sono riusciti a riconoscere il significato di ciò che stava accadendo. Uno dei governatori sosteneva che la Fed avrebbe dovuto considerare in modo positivo il fatto che i mercati iniziavano a preoccuparsi dei mutui subprime. Un altro affermava che le tensioni sul mercato del periodo estivo sarebbero state molto probabilmente un incidente di percorso.

Diversi critici usano tali dichiarazioni come prova del fatto che la Fed non è affatto competente, e che la sua indipendenza dovrebbe essere limitata, o peggio. Questa è una sciocchezza. In effetti, si sarebbe potuto e dovuto far meglio, ma è ridicolo processare i governatori della Fed per non aver saputo cogliere il sopraggiungere della catastrofe.

Di certo, la Fed non è stata la sola. Nell'agosto del 2007, pochi tra gli attori sul mercato, anche fra coloro che avevano accesso a grandi quantità di informazioni e ad una vasta gamma di opinioni di esperti, hanno avuto un’idea concreta di quanto stava accadendo. Di certo però non l’aveva il Congresso degli Stati Uniti, i cui membri erano ancora occupati ad esercitare pressioni in favore delle società Fannie Mae and Freddie Mac, agenzie con supporto governativo specializzate nell’emissione di mutui abitativi, così da rendere il buco ancora più profondo.

E neppure per il Fondo Monetario Internazionale è stato un momento brillante. Nell'aprile 2007, l’FMI ha pubblicato il suo famoso beneamato , in cui dichiarava che tutti i problemi degli Stati Uniti e delle altre economie avanzate di cui si era preoccupato erano esagerati.

Inoltre, è fuorviante estrapolare i commenti sbagliati rilasciati dai singoli governatori nel contesto di un dibattito intellettuale in atto sulla politica. È legittimo criticare individualmente i politici che hanno esercitato scarsa capacità di giudizio, e ci dovrebbe essere una segnalazione nella documentazione che li riguarda. Ma questo non può mettere in discussione tutto l’FOMC, tanto meno l'intera istituzione.

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