Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2013 alle ore 16:16.

My24


CAMBRIDGE – Quando la posta in gioco è alta, non sorprende che gli avversari politici utilizzino qualunque tipo di supporto riescano a raccogliere dagli economisti e da altri ricercatori. È ciò che è accaduto quando i politici conservatori americani e le autorità dell’Unione europea si sono rifatti all’opera di due professori di Harvard, Carmen Reinhart e , per giustificare il ricorso all’austerità fiscale.

Reinhart e Rogoff hanno pubblicato un che sembrava dimostrare come i livelli di debito pubblico superiori al 90% del Pil impedissero in modo significativo la crescita economica. Tre economisti dell’Università del Massachusetts di Amherst hanno poi seguito la prassi accademica: rivedere il lavoro dei colleghi e sottoporlo a critiche.

Oltre a un errore minore di calcolo, hanno identificato alcune scelte metodologiche nel lavoro originale di Reinhart/Rogoff che mettevano in forte dubbio la validità dei risultati. Fatto più importante, anche nel caso in cui i livelli debitori e la crescita rimanessero negativamente correlati, la prova di una soglia al 90% si era rivelata piuttosto debole. E come sostengono molti, la correlazione stessa potrebbe essere il risultato di una bassa crescita che porta a un elevato tasso di indebitamento, piuttosto che il contrario.

Reinhart e Rogoff hanno mosse da molti opinionisti secondo cui avrebbero partecipato in modo volontario, se non intenzionale, a un gioco di menzogna politica. Hanno difeso i propri metodi empirici e insistito sul fatto di non essere i falchi del deficit definiti dai critici.

La conseguente tempesta di fuoco ha offuscato un processo benefico di controllo e perfezionamento della ricerca economica. Reinhart e Rogoff hanno prontamente riconosciuto l’errore di Excel commesso. Le analisi contrastanti hanno chiarito la natura dei dati, i limiti e la differenza fatta dai metodi alternativi nell’elaborarli. Infine, Reinhart e Rogoff non avevano posizioni tanto divergenti rispetto alle critiche né su ciò che è stato dimostrato dalle prove né sulle implicazioni politiche.

Quindi il lato positivo di questo scontro è il fatto di aver dimostrato come l’economia riesca a progredire in base alle regole della scienza. Non conta quanto possano essere state distanti le loro visioni politiche, i due fronti hanno condiviso un linguaggio comune su ciò che costituisce una prova e, in generale, un approccio comune per risolvere le differenze.

Il problema è un altro, ossia il modo in cui gli economisti e le loro ricerche vengono utilizzati nel dibattito pubblico. Il caso Reinhart/Rogoff non è stato solo un sofisma accademico. Dal momento che la soglia del 90% era diventata materiale politico, la sua conseguente demolizione ha guadagnato anche un significato politico più ampio. Malgrado le proteste, Reinhart e Rogoff sono stati accusati di aver fornito una copertura accademica a una serie di politiche per cui sussistevano, di fatto, limitate prove a sostegno. Una lezione chiara è che abbiamo bisogno di migliori regole di interazione tra ricercatori economici e policy maker.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi