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Questo articolo è stato pubblicato il 06 giugno 2013 alle ore 14:38.

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Il falso problema della disoccupazione giovanile in Europa Gros: il falso problema della disoccupazione giovanile in Europa Il falso problema della disoccupazione giovanile in Europa Il falso problema della disoccupazione giovanile in Europa Il falso problema della disoccupazione giovanile in Europa Il falso problema della disoccupazione giovanile in Europa

BRUXELLES – I policymaker europei hanno deciso che devono dimostrare che stanno facendo qualcosa per la disoccupazione giovanile. E’ stato quindi indetto un vertice speciale per i Capi di Stato europei, mentre è stata avviata la , proposta avanzata in occasione del Consiglio dei Ministri Europei di febbraio, con l’obiettivo di rafforzare e accelerare le misure suggerite a dicembre 2012.

Quest’attivismo risponde principalmente alle ultime cifre allarmanti sulla disoccupazione giovanile nell’Europa del sud che rivelano tassi altissimi di disoccupazione considerati ampiamente inaccettabili da un punto di vista politico. Ma ci sono diverse ragioni per dubitare del fatto che la disoccupazione giovanile sia un problema distinto che richiede un trattamento speciale. In effetti, le statistiche ufficiali legate alla disoccupazione giovanile sono fuorvianti per due aspetti diversi.

Innanzitutto, i dati fanno riferimento ai giovani compresi tra i 15 ed i 24 anni. Questo gruppo è tuttavia composto da altri due sottogruppi con caratteristiche molto diverse, tra cui gli adolescenti (15-19 anni) che per la maggior parte vanno ancora a scuola o sono tendenzialmente poco qualificati ed hanno pertanto difficoltà a trovare un lavoro a tempo pieno anche in un contesto economico positivo. Questo gruppo è, fortunatamente, piuttosto piccolo (e si è ulteriormente ridotto nel tempo).

La disoccupazione tra i giovani dai 20 ai 24 anni è invece più preoccupante. I membri di questo gruppo che cercano lavoro a tempo pieno hanno generalmente completato gli studi dell’istruzione superiore, ma hanno poi deciso di non andare avanti con gli studi universitari oppure hanno finito presto l’università.

In secondo luogo, i dati sulla disoccupazione giovanile si basano sui partecipanti nel mercato del lavoro. Ma la partecipazione al mercato del lavoro tra gli adolescenti è pari in media solo al 10% in Europa. (I tassi di attività lavorativa tra adolescenti si avvicina al 50% solo in paesi come il Regno Unito ed i Paesi Bassi, dove il fatto di avere un lavoro part-time durante gli studi scolastici è molto comune).

Gli esperti del mercato del lavoro considerano quindi il tasso di disoccupazione come un indicatore potenzialmente fuorviante, in quanto un tasso di disoccupazione giovanile del 50% non implica che metà della popolazione giovanile sia disoccupata. Ecco perché si dovrebbe considerare il rapporto (ratio) di disoccupazione, ovvero la percentuale dei disoccupati rispetto alla popolazione di riferimento, e non il tasso di disoccupazione.

E’ pur vero che quest’indicatore presenta un quadro decisamente meno allarmante di quello mostrato (e presente nei titoli dei giornali) dal tasso di disoccupazione giovanile pari a più del 50% in Spagna, o persino del Il tasso di disoccupazione giovanile in Grecia non implica tuttavia che circa due terzi dei giovani greci siano disoccupati. Solo il 9% degli adolescenti greci fanno parte del mercato del lavoro e sono i due terzi di questa percentuale che non riescono a trovare lavoro. Il rapporto di disoccupazione tra gli adolescenti in Grecia è quindi pari a meno del 6%. Ma questa percentuale non viene diffusa in quanto molto meno allarmante.

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