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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2013 alle ore 15:17.

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Dalla Grecia un altro test per l’Europa

PRINCETON – Nell’ultimo anno, non è stato difficile distrarsi dalla crisi del debito pubblico greco. Grazie a un profluvio di fondi ufficiali, la Grecia è apparsa in via di guarigione e, nonostante i ritardi nelle privatizzazioni, il governo è stato lodato per aver perseverato nell’austerità fiscale. In un’estate all’insegna di un placido trionfalismo per l’Europa, ci voleva poco per superare aspettative sempre più basse. Ma la Grecia ha in serbo un altro test per l’Europa, stavolta con un pizzico di rivalsa.

La crisi greca è stata clamorosamente spropositata. Dopo la rivelazione che vari governi in successione avevano mentito riguardo all’entità, colossale, dei deficit fiscali e agli squilibri macroeconomici, la Grecia ha perso l'accesso ai mercati obbligazionari internazionali. Dal 2010, il Paese dipende, come mai in passato, da ingenti fondi di salvataggio. Tuttavia, poiché i suoi creditori, cioè il Fondo monetario internazionale e alcuni governi europei, hanno mal compreso le sfide che il Paese stava affrontando, gli aiuti hanno solo ritardato l'inevitabile default sovrano, e causato una brusca contrazione dell’economia, amplificando così le dolorose conseguenze.

La speranza era che i greci avrebbero finito per addossarsi tutto il fardello, un’ipotesi che non è mai stata né in cielo né in terra. La crisi greca era destinata sin dall’inizio a riversarsi oltre i confini nazionali, restava solo da chiarire chi avrebbe dovuto farsene carico.

Oggi, il fronte di questa situazione è l’imminente decisione sulla prossima tornata di aiuti alla Grecia, che rischia di rompere gli schemi quanto alla portata del condono del debito ufficiale, di sfidare la presunta resistenza del FMI al default e di alterare profondamente il quadro di riferimento normativo dell’eurozona.

La conclusione che la Grecia avesse bisogno di prestiti ufficiali per rimborsare i propri creditori privati ha fatto sì che il debito greco restasse elevato, e costretto i leader dell’eurozona a imporre un’austerità fiscale debilitante per l’economia. L'anno scorso, si è visto con chiarezza che la Grecia non sarebbe riuscita a rimborsare i creditori entro i termini stabiliti. Ma il piano di condono del debito europeo, pur se realizzato con fatica, . La costante riduzione dei tassi di interesse e l'estensione delle scadenze di rimborso sono serviti soltanto a prolungare le pene della Grecia.

Finora la Grecia non ha rimborsato quasi nulla dei 282 miliardi di euro (372 miliardi di dollari) che ha ricevuto, in forma di prestiti, sin dal 2010. E la situazione potrebbe anche peggiorare. sostengono che, considerate le garanzie del debito contratto dagli enti pubblici, gli obblighi del governo greco sono ancora più elevati. Per uscire da questo pantano, c’è bisogno di una massiccia svalutazione del debito.

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