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Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2010 alle ore 08:09.

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Il 2010 vedrà una forte crescita per l'e-commerce B2c, dopo la tenuta dello scorso anno: il 9° report dell'Osservatorio Netcomm-School of Management del Politecnico di Milano prevede un fatturato di 6,5 miliardi (+15%) per le vendite realizzate da siti italiani e uno scontrino medio vicino a 230 euro (+6%), con settori quali abbigliamento, informatica e turismo a far da traino. Certo, mentre nel Nord Europa chi compra via internet è il 65% della popolazione, in Italia tale quota si ferma al 12 per cento.
Tra le cause la limitata diffusione della banda larga nelle abitazioni (il 39% contro il 59% di media europea), ma anche – come evidenziato da una ricerca di Gfk-Eurisko – la resistenza a «trasmettere online il numero della propria carta di credito».
Sicurezza della transazione e comodità logistica sono considerati i fattori più rilevanti dagli acquirenti online, mentre meno importanti risulterebbero la convenienza economica e l'ampiezza della gamma (indagine sui comportamenti di e-commerce realizzata da ContactLab e Netcomm). Tuttavia, chi non vuole utilizzare online la carta ha una soluzione: avvalersi delle piattaforme di pagamento che consentono di effettuare transazioni online senza comunicare gli estremi della carta.
Via e-mail
La più nota è PayPal (www.paypal.it) con cui si invia e riceve denaro utilizzando e-mail e password. Il servizio offre tre tipi di account (o "conti"): "personale", solo per acquisti, "premier", per invio e ricezione di denaro e "business", per esercenti e partite Iva. A ogni account sono associabili fino a otto carte di credito (American Express, Carta Aura, Mastercard, Poste Pay, Visa e Visa Electron) oltre al conto bancario.
Sono gratuite le operazioni di invio di denaro per effettuare acquisti, quelle di trasferimento di denaro tra il conto PayPal e quello bancario e i passaggi di valuta dal conto della piattaforma alla carta (l'operazione inversa non è possibile) se pari o superiori a 100 euro. Sotto questa soglia (con un taglio minimo di 10 euro) si paga una commissione di 1 euro.
Alla ricezione di denaro (su carta o conto) è applicata una tariffa a carico del ricevente: 0,35 euro più il 3,4% della transazione.
Per le norme comunitarie contro il riciclaggio del denaro (direttiva 2005/60/Ce) i conti PayPal hanno una serie di limiti per gli utenti «non verificati»: 1.000 euro il tetto per ogni pagamento, 1.500 il totale annuo di importi inviati (2.500 euro per la ricezione) e 1.000 euro all'anno per i prelievi dal conto PayPal. Quando si completa la procedura di verifica, che conferma al portale l'associazione tra l'intestatario della carta (o del c/c bancario) e il titolare dell'account, si eliminano i primi due limiti (e il terzo per gli account business).
Anche CartaSi ha lanciato di recente una piattaforma per i pagamenti online chiamata Sipay (www.sipay.it). Funziona come PayPal: attivato l'abbonamento, si ha un conto virtuale da caricare tramite la propria carta (Visa o Mastercard) o il c/c bancario. Per effettuare pagamenti basta utilizzare l'indirizzo e-mail del destinatario e il codice di sicurezza Sipay comunicato alla registrazione.
Anche in questo caso l'invio di denaro è gratuito ma c'è una commissione del 2,8% (non inferiore a 0,3 euro) per la ricezione di pagamenti e una di 0,90 euro per il trasferimento di fondi dal conto del portale a quello della banca. Sipay stabilisce limiti per gli utenti (verificati) riguardo ricariche pagamenti e prelievi: tetto giornaliero di 250 euro, mensile di 1.000 e annuale di 2.500.
Tagli fissi
Diverso da PayPal e Sipay è invece Paysafecard (www.paysafecard.com/it/), una piattaforma assimilabile alle carte di pagamento. Nei punti vendita convenzionati si compra una carta Paysafecard (tagli da 10, 15, 25, 50 e 100 euro) contenente il credito da utilizzare per operazioni di acquisto. Tale credito può essere speso digitando il codice da 16 cifre (fornito insieme alla carta) nel sito Web presso il quale si esegue l'acquisto. Le carte Paysafecard non prevedono commissioni aggiuntive, ma scaduti i 12 mesi dal primo utilizzo se nella carta è disponibile ancora del credito, saranno addebitati i costi di gestione (2 euro al mese) per un periodo non superiore ai 48 mesi successivi alla data di produzione della carta stessa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

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