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Questo articolo è stato pubblicato il 01 settembre 2010 alle ore 15:42.
Se lo yen perde terreno sul dollaro le Borse mondiali (in questa fase) tendono a salire perché ne beneficiano le esportazioni giapponesi e, con queste, l'economia nipponica. Allo stesso tempo, un dollaro più forte nei confronti dello yen può indicare che l'economia americana è sulla buona strada della ripresa. E questa notizia dà fiducia anche alle Borse. Ma se il biglietto verde si rafforza sull'euro, cosa succede? In tal caso i mercati azionari tendono (in questa fase) a perdere terreno perché ciò può voler dire che è aumentata l'avversione al rischio degli operatori che si allontanano dall'euro e dalle traballanti economie dei Pigs. I mercati non restano indifferenti neppure al recente record del franco svizzero nei confronti dell'euro.
Non si tratta solo di valute quindi. Dietro gli scambi e gli acquisti delle divise internazionali si intrecciano i sottili equilibri macroeconomici che ogni giorno spostano il focus degli investitori internazionali. Scambi che, non a caso, sono in costante crescita. Secondo un'indagine della Banca dei regolamenti internazionali (dati aggiornati ad aprile 2010) al Forex, il mercato delle valute, gli scambi valutari hanno registrato negli ultimi tre anni un incremento del 20 per cento. Sempre con riferimento ad aprile 2010, il volume giornaliero di negoziazioni sul mercato dei cambi è salito a 4.000 miliardi di dollari da 3.300 miliardi dell'aprile 2007.
In Italia, invece, i volumi sono calati del 30% nell'ultimo triennio, pur restando una fetta consistente. Le negoziazioni in cambi e derivati valutari sul mercato italiano - indica Banca d'Italia che ha analizzato un campione di 35 banche, di cui 33 italiane e due filiali di banche estere - si sono attestate su volumi medi giornalieri pari a circa 32 miliardi di dollari ad aprile di quest'anno. Ma se alle negoziazioni in cambi e derivati valutari si sommano quelle sui derivati sui tassi d'interesse, la media giornaliera sale a 62 miliardi di dollari.
Come può oggi, un risparmiatore italiano, investire in valute? Ci sono sostanzialmente due vie, il trading online orientato nel breve (brevissimo) periodo e la via degli Etf che, invece, è focalizzata su un orizzonte temporale medio-lungo. Nel primo caso si può operare al Forex (il mercato delle valute) attraverso piattaforme di trading online.
In che modo? «La nostra piattaforma funziona sia come client, ovvero si scarica un software da installare nel pc oppure web-based, direttamente navigando sul sito - spiega Gabriele Vedani, branch manager di Fcmx, azienda di origine americana sbarcata in Italia a novembre nel 2009 «per cogliere il trend di crescita verso il settore delle valute» -. A quel punto il cliente attiva un conto trading, gratuito, dove deposita un margine che gli consente di effettuare le operazioni».
Al Forex per convenzione un contratto standard viaggia intorno a 100mila dollari nominali. Le piattaforme di trading, però, consentono di operare a leva e quindi di acquistare questi contratti a fronte di un'esposizione reale nettamente inferiore, in base alla leva utilizzata. Utilizzando, ad esempio, una leva di 10 l'investitore si esporrà per 10.000 euro, se la leva è pari a 100 il margine scende a 1.000 euro. E così via. Ovviamente, la leva amplifica tanto i guadagni quanto le perdite. Quindi gli operatori consigliano di non abusarne, soprattutto se non si è esperti. «Offriamo un corso online gratuito ai nuovi clienti per insegnare come dosare e gestire i rischi legati alla leva finanziaria - spiega Alessandro Capuano, managing director di Ig Markets Italia, filiale della case madre londinese (nata nel 1974) arrivata in Italia nel 2008 -. Di fatti nelle prime settimane blocchiamo la leva massima utilizzabile guidando gradualmente il nuovo cliente verso un utilizzo consapevole della piattaforma. Un'iniziativa che sta avendo successo dato che il 90% dei nuovi clienti chiede di aderire a questo corso».
Ma cosa accade se la valuta sul cui rialzo (o ribasso) si è deciso di puntare va nella direzione opposta? «Abbiamo un meccanismo automatico di stop loss che chiude la posizione se il trader erode il margine versato» spiega Vedani. Lo stop loss di Ig markets scatta quando la perdita arriva al 50% del margine depositato. «Ovviamente - indica Capuano - consigliamo agli operatori di seguire strategie personali e di evitare di ricorrere all'ultimo paracadute»
Un esempio di operazione? Ipotizzando che un investitore italiano decida oggi di puntare su un apprezzamento del dollaro sullo yen (scenario auspicato dalle autorità monetarie giapponesi che stanno cercando di alleggerire le pressioni sul caro-yen) può puntare 1.000 euro (utilizzando quindi una leva finanziaria pari a 100). Al cambio attuale (1 dollaro equivale a 84,10 yen) a ogni movimento di un pip (scatto minimo del cambio, che in questo caso si calcola sul secondo decimale) si guadagna/perdono 1.000 yen (ovvero 9,3 euro). Pertanto, se il dollaro si apprezza a 84,11 yen l'investitore che ha puntato su una svalutazione dello yen guadagna 1.000 yen, che si ottiene moltiplicando 1 pip (punto base, la variazione registrata nell'esempio) x 1.000 (la leva finanziaria scelta), che corrispondono a 9,3 euro.
I costi? Mediamente si attestano intorno allo 0,01% e lo 0,02% per operazione.
La strada degli Etf. Chi invece punta sul lungo periodo può acquistare Etf (fondi passivi che replicano l'andamento di un sottostante che può essere composto da un indice di titoli o da valute, materie prime, etc.). Non si tratta in questo caso di un investimento diretto (come nel Forex), né liquidabile 24 ore su 24 (come nel Forex). Per questo motivo è meno liquido. Il vantaggio? La leva finanziaria, laddove è prevista, è inferiore, motivo per cui questo investire in valute attraverso Etf si addice più per chi punta sul medio-lungo periodo. Per un trader, invece, è più efficace operare direttamente sul Forex. I «currency Etf» sono cresciuti molto negli utlimi anni. Secondo quanto rileva la Banca dei regolamenti internazionali ad aprile 2007 ne erano 16. Tre anni dopo sono quasi triplicati (44) (ecco qui una selezione). A Piazza Affari, invece, non sono quotati Etf che puntano direttamente su valute ma vi sono due strumenti che, puntando sul mercato della liquidità in valute diverse dall'euro, difatti sono equiparabili a Etf valutari. Si tratta del Db X-Trackers Sonia Tri Etf (denominato in sterline che riconosce il tasso Sonia) e del Db X-Trackers Fed Funds Effectiv Rate (denominato in dollari che riconosce il tasso dei Fed funds). Due strumenti agevoli, con un lotto minimo di investimento pari a un singolo titolo, accessibili quindi ai neofiti delle valute.
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