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Questo articolo è stato pubblicato il 02 settembre 2010 alle ore 14:05.

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Come ampiamente atteso il tasso d'interesse di riferimento dei 16 paesi dell'area euro resta inchiodato al minimo storico dell'1 per cento. Lo ha comunicato la Banca centrale europea al termine della riunione odierna del Consiglio direttivo, svoltasi a Francoforte.
E' dal 13 maggio 2009 che la Bce non modifica i tassi di interesse che non sono mai stati così bassi da quando esiste la moneta unica. Il mercato ritiene che la situazione resterà invariata per i prossimi 12 mesi. L'inflazione di Eurolandia, "bussola" della politica monetaria della Bce, appare infatti in contenuto calo mentre il tasso di disoccupazione - malgrado la lenta ripresa - resta stabile.

Secondo i dati ufficiali diffusi martedì da Eurostat, l'indice dei prezzi al consumo dell'Eurozona nei 12 mesi conclusisi ad agosto è scesa all'1,6%, in calo rispetto all'1,7% registrato a luglio, che aveva costituito il livello massimo registrato da 20 mesi. Ma sul versante del mercato del lavoro l'istituto statistico europeo ha segnalato che in luglio il tasso di disoccupazione dell'area è rimasto fermo al 10% della forza lavoro per il quinto mese consecutivo con un calo solo marginale, 8.000 unità a 15,83 milioni, del numero dei senza lavoro in termini assoluti.

In precedenza la Bce aveva più volte avvertito sulle prospettive di crescita gravano comunque incertezze. Così il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento della Bce resta all'1 per cento; il tasso sulle operazioni di rifinanziamento marginali resta all'1,75 per cento, mentre il tasso che la stessa Bce pratica sui depositi di breve termine che detiene per conto delle banche commerciali resta allo 0,25 per cento.

Sui mercati finanziari cresce soprattutto l'attesa perchè il presidente dell'istituto, Jean-Claude Trichet, delinei un calendario per la politica monetaria dell'istituzione fino al 2011. Con il mantenimento delle aste di finanziamento per il sistema bancario a tasso fisso e di ammontare illimitato, varate come misura d'emergenza per la crisi finanziaria.
Va ricordato che lo scorso 20 maggio il presidente della Bundesbank ed esponente di peso del consiglio direttivo della Bce, Axel Weber, si era sbilanciato sostenendo che sarebbe stato "saggio" se il ritorno alle operazioni "normali", vale a dire a tasso variabile e ad ammontare limitato slittasse al 2011.


Sempre oggi, infine, la Bce dovrebbe anche "rialzare nettamente" la sua previsione di crescita per la zona euro nel 2010 grazie alla straordinaria performance dell'economia tedesca che, da sola, potrebbe apportare un punto aggiuntivo all'espansione dell'area, secondo quanto stima una nota della Bhf Bank.

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