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Questo articolo è stato pubblicato il 14 ottobre 2010 alle ore 13:26.

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Ecco come ottenere rendimenti superiori al 2% nonostante i tassi Ue siano fermi all'1% da 17 mesiEcco come ottenere rendimenti superiori al 2% nonostante i tassi Ue siano fermi all'1% da 17 mesi

Maggio 2009: la Banca centrale europea taglia il tasso ufficiale di riferimento dall'1,25% all'1 per cento. Ottobre 2010: la Bce lascia i tassi invariati all'1 per cento. Il governatore Jean-Claude Trichet spiega che si tratta di una soglia adeguata. È facile fare i conti: da 17 mesi consecutivi i tassi europei sono fermi. E di conseguenza, per gli investitori che hanno un basso profilo di rischio, è difficile cogliere opportunità di guadagno che si spingono oltre questa soglia. Basta guardare i rendimenti dei BoT che da mesi offrono un rendimento netto inferiore all'1 per cento.

Allora, come fare per far fruttare un po' di più la propria liquidità? Il Sole24Ore.com ha condotto un'indagine tra i principali istituti di credito italiani raccogliendo delle indicazioni su quelli che sono gli strumenti che oggi consentono, contenendo il rischio dell'investimento, di rivalutare l'investimento di più rispetto al tasso della Banca centrale europea. Tra questi i più comuni sono i pronti contro termine (p/t) e i conti di deposito (di cui ci occuperemo nella seconda puntata di questa indagine).

Quanto ai pronti contro termine, si tratta di contratti con i quali il venditore (la banca) cede a un investitore (correntista) un certo numeri di titoli (che possono essere titoli di Stato ma anche obbligazioni private) e si impegna a riacquistarli a un prezzo (solitamente più alto) e a una data predeterminati (termine). Le operazioni (vendita e e riacquisto dei titoli) si espletano nel breve periodo (da 3 a 12 mesi). In sostanza un p/t è un contratto con il quale una banca chiede in prestito dei soldi a un cliente impegnandosi a restiture il capitale e una quota aggiuntiva di interessi. Per il risparmiatore/investitore si tratta di una alternativa all'investimento in BoT o in altri strumenti di investimenti liquidabili in pochi mesi senza oneri (fra cui i conti di deposito).

Analizzando le nuove offerte allo sportello (si veda la tabella completa correlata) emerge che i rendimenti sono direttamente proporzionali al lotto minimo investito e alla durata dell'investimento. Il rendimento oggi più alto è quello proposto da Barclays che remunera il 2,36% netto annuo a chi sottoscrive almeno 50mila euro in pronti contro termine. Come si arriva a questo rendimento, superiore di 136 punti base rispetto al tasso Bce? La risposta risiede nel sottostante dell'investimento: non è composto infatti da titoli di Stato a breve scadenza (maggiormente allineati al tasso Bce) ma da obbligazioni della stessa banca che, incorporando un grado di rischio superiore rispetto a quello del debito sovrano dell'Italia, pagano di più.

Abbassando la quota minima a 25mila euro il miglior rendimento è offerto da Banco popolare (1,9% netto). Anche in questo caso i titoli sottostanti sono bond emessi dalla banca che colloca i p/t. Abbassando la soglia minima di investimento a 5mila euro il tasso più competitivo oggi sul mercato è proposto da Chebanca! che remunera, per chi vincola il capitale per 8 mesi, l'1,75 per cento. Il tasso scende all'1,05% nel caso in cui il vincolo è ridotto a 2 mesi. Con un lotto minimo di 1.000 euro Fineco paga fino all'1,09% netto (con vincolo di 12 mesi).

I vantaggi dei p/t
Rispetto ai conti correnti (sia tradizionali che di deposito) i p/t godono di un'agevolazione fiscale. Sul guadagno (differenza tra prezzo di riscatto e prezzo di acquisto) si applica infatti una ritenuta del 12,5% (al pari dei titoli di Stato) anziché del 27% previsto sugli interessi che maturano sui conti correnti bancari. Inoltre, i p/t sono al riparo della volatilità dei mercati e consentono, rispetto ad altre forme di investimento come fondi comuni o altri strumenti quotati, di conoscere già in partenza il guadagno che maturerà alla fine dell'operazione. Un altro vantaggio riguarda l'aspetto dei costi. Per acquistare un p/t è necessario essere intestatari generalmente di un conto corrente e di un deposito titoli, sui quali si paga l'imposta di bollo pari a 34,20 euro più le relative spese. Raramente sono previsti costi di sottoscrizione.

Gli svantaggi e i rischi
I p/t non sono però garantiti, a differenza delle giacenze in conto corrente, dal Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) che tutela i depositi fino a 103.291,38 euro. Pertanto sono soggetti a un doppio rischio: controparte ed emittente. Il rischio di controparte è legato al fatto che la banca (controparte) non riesca ad adempiere all'obbligazione (cioè non riesca a ricomprare i titoli alla scadenza pattuita). Questo rischio è però attenuato dalla garanzia dei titoli stessi che sono quotati sul mercato. In questo caso - bisogna vedere quanto previsto specificamente nel foglio contrattuale - il cliente potrà ricevere il controvalore derivante dalla vendita dei titoli (che potrebbe anche essere più basso rispetto all'investimento iniziale se il prezzo di mercato nel frattempo è sceso).

Va aggiunto che l'operazione incorpora anche il rischio emittente, ossia il rischio di insolvenza dell'emittente i titoli sottostanti, che però è a carico invece della banca (anche in questo caso è bene leggere con attenzione il foglio informativo prima di sottoscrivere un pct). È chiaro che se il sottostante è composto da titoli della stessa banca con cui il cliente ha sottoscritto il pct in questo caso il rischio controparte e il rischio emittente coincidono nello stesso istituto e pertanto l'investitore è maggiormente esposto a rischi. Ecco perché, prima di acquistare un pct, è bene controllare anche il rating (giudizio sul grado di solvibilità espresso dalle agenzie di rating Moody's, Standard and Poor's e Fitch) sugli istituti di credito legati all'operazione (controparte ed emittente).

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