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Questo articolo è stato pubblicato il 18 ottobre 2010 alle ore 09:40.
Oltre 5mila ricorsi definiti, per la precisione 5.347, di cui 2.159, circa il 40%, a favore del ricorrente, 758, dichiarati inammissibili e 746, archiviati per inattività dei ricorrenti.
La banca o l'intermediario sono risultati vittoriosi in 1.685 casi (31% del totale), mentre sono ancora diversi i clienti che non conoscono l'attività dell'ombudsman bancario, che dal 15 ottobre dello scorso anno, in concomitanza con l'arrivo dell'arbitro bancario finanziario, ha corretto le sue competenze senza ridurre il proprio impegno: la segreteria di questo speciale "giudice alternativo" al magistrato ordinario, creato nel 1993 su impulso dell'Abi, ha spedito a ricorrenti e non solo ben 23.202 lettere tra gennaio 2009 e giugno 2010 per fornire maggiori informazioni e/o notizie sulla propria attività.
Tante anche le "pratiche sul tavolo": sempre nel periodo 1° gennaio 2009-30 giugno 2010, ultimi dati disponibili, sono stati presentati 4.540 ricorsi. A questi vanno aggiunte le richieste già presentate dai clienti all'ombudsman prima dell'avvio dell'arbitro targato Bankitalia, che «stiamo trattando noi» sottolinea il presidente del conciliatore bancario, Corrado Conti, ma che ora, dice, «sono quasi tutte esaurite». Conti giudica «positivamente» l'iniziativa di palazzo Koch e le prime decisioni assunte, aggiunge, «dimostrano la bontà della giurisprudenza dell'ombudsman, in larga parte seguita». Ogni anno, evidenzia, «pubblichiamo un massimario delle nostre pronunce, che sappiamo essere utilizzato dai collegi di Bankitalia».
Come detto, l'arrivo dell'arbitro bancario finanziario ha portato a modificare la competenza dell'ombudsman. La porta d'ingresso è stata limitata alle liti su titoli, al risparmio gestito e in generale alle controversie su tutti quei servizi e attività, inclusa la consulenza, di investimento, che sono di competenza anche del sistema di conciliazione e arbitrato della Consob.
Possono presentare reclamo tutti i clienti e la procedura è gratuita. Se viene chiesto un risarcimento del danno, la questione rientra nella competenza dell'ombudsman se l'importo non supera i 100mila euro. Attenzione: non è ammessa la riduzione della richiesta risarcitoria. Tutto sommato semplice la procedura per ricorrere. Il cliente, non oltre due anni dall'operazione contestata, presenta un reclamo alla banca o all'intermediario, che devono rispondere entro un termine determinato (che di norma oscilla tra i 30 e i 90 giorni). In appello, il cliente può rivolgersi – entro un anno di tempo – all'ombudsman, che deve decidere entro 90 giorni. Il termine può essere prolungato se è necessario acquisire altra documentazione utile alla decisione.
Il giudizio dell'ombudsman è vincolante per la banca e l'intermediario. Non per il cliente che può sempre decidere di ricorrere all'autorità giudiziaria, a un organismo conciliativo, un collegio arbitrale. A partire dal 2007, anno di iscrizione nel registro tenuto dal ministero della Giustizia, il conciliatore bancario si è dotato di un'altra procedura di risoluzione "alternativa" delle liti: la conciliazione, che finora ha gestito circa 900 istanze. La richiesta di conciliazione ha riguardato un po' tutti gli aspetti dell'operatività bancaria e finanziaria. «E il perimetro di azione resterà sempre quello», precisa Conti, in vista dell'imminente avvio (forse marzo 2011) della conciliazione obbligatoria.
Tra le "materie" più ricorrenti finite sotto le lenti dei 100 professionisti del conciliatore bancario sparsi in tutt'Italia, le liti sui servizi di investimento, i finanziamenti, l'operatività del conto corrente. Il 94% dei procedimenti avviati si è concluso positivamente, ossia con il raggiungimento di un accordo tra le parti. Il valore medio delle vertenze è di circa 240mila euro e la durata media delle procedure di 58 giorni lavorativi. Il costo della conciliazione dipende dal valore della lite, mentre al conciliatore bancario spettano 30 euro per le spese di segreteria.
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